Tra gli scandali di Hollywood, uno che non sembra essere mai passato di moda è quello su Woody Allen e la presunta molestia incestuosa nei confronti della figliastra. Le favole, specie quelle nere, ci mettono un attimo a diventare mongolfiere e distorcersi nell’aria. Non si sa bene cosa si vede, e cosa sia vero.
A proposito di niente, Woody Allen
Woody Allena quest’anno ha pubblicato un libro autobiografico “A proposito di niente” (Apropos of nothing), in cui parla anche di questo. Si apre una parentesi molto grande sulla piega che il perbenismo stia prendendo negli ultimi tempi. Su come a Hollywood sia facile recitare e inventare anche la propria vita privata, sulla fragilità del movimento femminista. Sul sottile ma enorme confine tra artista e persona, e di come la vendetta privata sotto il velo della giustizia sociale possa essere usato per ricattare e distruggere l’immagine pubblica di un personaggio noto. Ci siamo passati con Asia Argento, con Morgan, con Bill Cosby e via discorrendo.
Nel caso Allen, i fili della trama pare siano stati mossi dalla ex compagna del regista, nel remoto 1992. Pare che Mia Farrow, dopo che Woody Allen si era messo insieme a Soon-Yi, una delle figlie adottive dell’attrice, non abbia digerito la cosa. Mentre i giornali dipingevano Mia Farrow come una mamma vessata e Allen come un mostro pervertito, la verità stava da tutt’altra parte. L’attrice infatti non aveva per nulla un buon rapporto con le figlie: infatti la piccolina di sette anni, Dylan, che la madre diceva essere stata toccata da Allen, era spesso maltrattata dalla matrigna. La svegliava nel cuore della notte urlando, dicendo che doveva imparare bene l’inglese siccome sapeva solo il coreano, le aveva negato una radiografia alla caviglia dopo che se le era rotta. In generale con le figlie c’erano una sorta di attacchi psicologi continui.
Corruzione e traumi
Il perché Mia Farrow fosse così fuori giri, non si spiega solamente con la frustrazione di non essere all’altezza di fare la mamma. Pare infatti che il giornalista che aveva fatto l’inchiesta sulle molestie di Allen, fosse lo stesso ad aver vinto il pulitzer per aver smascherato il caso Weinstein. Ronan Farrow. Non solo. La Farrow confessa a Woody Allen di essere stata manipolata e abusata dal giornalista. Dormiva nuda insieme a lui fino agli undici anni. Quando poi il New Yorker volle intervistare anche l’altra figlia per sapere tutta la versione dei fatti, Mia minacciò il giornale di pubblicare solo la sua versione dei fatti. Insomma, Ronan Farrow accettò il favore dicendo di non voler far ulteriori dichiarazioni contro i Farrow.
In questa rete di abusi, pedofilia e traumi di Mia Farrow finiscono quindi le figliastre e lo stesso Woody Allen. Il processo a carico del regista finisce in un nulla di fatto per assenze di prove e accuse ingiustificate. Le indagini coinvolgono poi detective, psichiatri, pediatri. Il tutto danneggia sia le bambine che l’immagine di Allen, oltre che ledere ancora di più la stabilità psicologica di Mia. Il tutto serve solo a dar da mangiare ai giornali.
Luce su Hollywood
Fortunatamente questa autobiografia è stata pubblicata per fare più chiarezza sulla storia e su vari aspetti in controluce del panorama di Hollywood. Lo sciacallaggio dei giornali sul gossip sta prendendo una piega disumana. Troppo spesso movimenti e idee nati per un giusto fine, vengono presi e usati per nascondere interessi personali e sordidi. C’è da dire che grazie alla diffusione di mezzi di comunicazione sempre più liberi e meno corrotti, le storie montate durano poco. Molto spesso il potere e la fama, se accompagnati da fantasmi pregressi, possono dare vita a dei mostri. Woody Allen parla anche del sistema di adozione troppo concessivo per le star, e del dilettantismo dei genitori.
Tutto ciò può essere un ottimo spunto di riflessione al di là del gossip. Per dare più ampio respiro a un ambiente che troppo spesso viene trattato con superficialità, finendo in pasto a meccanismi autolesionisti e distruttivi.