Il 15 luglio è la Giornata Mondiale per le competenze giovanili (World Youth Skills Day – WYSD), istituita dalle Nazioni Unite con lo scopo di potenziare i giovani e intervenire al fine di garantire istruzione, opportunità e competenze agli stessi. Secondo quanto riporta anche l’ILO, International Labour Organization, la disoccupazione giovanile registrata a livello mondiale costituisce una crisi per l’intero tessuto sociale. La disoccupazione è inoltre uno dei fattori principali che portano al precoce abbandono scolastico. Il fenomeno dell’abbandono rappresenta un fallimento formativo molto diffuso, riguarda i giovani che interrompono gli studi superiori e si fermano al titolo di studio di licenza media.
Nel 2011, la percentuale europea di giovani tra i 18 e i 24 anni in possesso della sola licenza media si aggirava intorno al 18%. Nel 2017 la quota è scesa al 14%. L’Unione Europea ha fissato come obiettivo “2020” di far scendere la quota al 10% del totale. All’interno di questo quadro europeo, l’Italia è il quarto Paese dove il fenomeno dell’abbandono scolastico incide di più. A far peggio del Bel Paese sono Malta, Spagna e Romania.
Un recente studio, condotto da OpenPolis, ha evidenziato come il fenomeno colpisca la popolazione giovanile in modo fortemente differenziato. Vi sono infatti disparità significative tra le diverse aree geografiche. Uno dei primi elementi notevoli è che sia a livello europeo che nazionale, l’impatto maggiore del fenomeno si registra nei Paesi del Sud.
L’abbandono scolastico in Italia
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, emerge che nei comuni in cui il disagio economico delle famiglie è più diffuso, lo sono anche gli abbandoni scolastici. Nella quasi totalità di questi comuni si registrano uscite precoci dal sistema di istruzione, con una quota del 98%. Viceversa in comuni dove si registra in proporzione un disagio economico più contenuto anche la correlazione della quota di abbandoni è più bassa, intorno al 37%.
Nel Sud e nelle isole la quota di giovani che abbandona gli studi è più vicina al 20%, contro il 10% del Centro-Nord (per quanto non manchino eccezioni, come le province di Imperia e Arezzo, dove gli abbandoni toccano il 22%). Le regioni con il più alto tasso di abbandono scolastico restano, comunque, Sicilia, Sardegna, Campania, Puglia e Calabria. Complessivamente in Italia sono 54 i comuni dove l’abbandono scolastico precoce supera il 15%. Di questi, ben 48 sono concentrati nelle province di Napoli o Caserta.
Le cause dell’abbandono scolastico sono varie. Dalle statistiche e dai dati emerge come la correlazione con il tessuto sociale in cui i ragazzi vivono e le condizioni economiche della famiglia, siano determinanti per il fenomeno. Oltre a questi sono incisivi anche l’offerta del territorio in termini occupazionali e il livello di integrazione raggiunto dai minori di origine straniera. Accanto a questi fattori coesistono le motivazioni individuali dei ragazzi, riassumibili, ad esempio, in difficoltà di apprendimento, carenza di orientamento e sostegno nel percorso di studi. Accanto a chi è in qualche modo costretto o indotto ad abbandonare gli studi per cause di forza maggiore, c’è anche chi non vede nella scuola e nella propria istruzione una possibilità nella quale investire.
Quanto costa far studiare un figlio
In un articolo di Panorama del 2019, veniva riportato un indice sommario delle varie spese utili per mandare un figlio a scuola, secondo il Codacons il saldo annuale dato dal “caro scuola” si aggira intorno al + 2,5 % per ogni studente per quanto riguarda materiale scolastico, libri e accessori. Dalle classi elementari fino alle superiori, le spese annuali pur variando sono molto influenti sul bilancio familiare. Se per le classi inferiori la voce più salata potrebbe essere la mensa scolastica, più si cresce e più incide il costo dei libri. Nei licei il bilancio del materiale si stima intorno ai mille euro a studente. Scuramente si tratta di una rilevante ragione di dispersione scolastica.
Il costo dei libri è una delle cause principali di abbandono scolastico
Il costo dei libri, ancora prima di quello della cartoleria rappresenta spesso un problema. Essenziali dal punto di vista della didattica, per ogni materia sono spesso due se non tre i manuali adottati. Non tutti i titoli sono reperibili di seconda mano perché molti insegnanti poco sensibili alla questione adottano ogni anno edizioni rinnovate. L’alternativa dei libri in formato ebook comporta in ogni caso il costo del libro in formato digitale, seppur minore a quello cartaceo, e la spesa dello strumento stesso (pc o tablet). In più non avere i libri è spesso motivo di disagio per gli studenti che non sempre riescono a far presente il problema agli insegnanti, soprattutto se ancora bambini, incorrendo in note disciplinari.