Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato del maxi-blitz fatto in Calabria, contro l’ndrangheta. Centinaia gli arresti, con un duro colpo all’organizzazione criminale. Una delle più grandi operazioni della storia italiana, per quanto concerne la lotta alla criminalità organizzata. Il tutto condotto dal magistrato Nicola Grattieri, figura conosciuta dagli addetti ai lavori.
La grande delusione è arrivata però all’indomani del blitz, quando sulle prime pagine dei giornali non c’era scritto nulla. L’unico quotidiano dove compariva, in un angolo, la notizia, è stato il Corriere della Sera. Gravissimo pensare che un’operazione di questo tipo, in un Paese come l’Italia, ancora ben schiavo del fenomeno mafioso a livello culturale prima ancora che giudiziario, non si parli di questo grande successo.
Le prime pagine erano popolate da notizie varie, dalla politica alle sardine. Tutto importante, per carità, però per un giorno si poteva riconoscere il dovuto merito a chi ha duramente lavorato per conseguire questo obiettivo. Magari sarebbe anche servito da esempio.
C’è però una cosa ancora più triste del silenzio dei giornali. Sono le parole di Grattieri. Il magistrato infatti si è lamentato via social della totale assenza della “sua” operazione sulle prime pagine dei giornali.
E allora mi viene da pensare. Chi lavora così duramente spera sempre in un riconoscimento. La fama è senza dubbio il riconoscimento a cui più aspira l’essere umano, perché è la pubblica valorizzazione delle proprie capacità. A questa ambisce chi sente di aver fatto qualcosa di eccezionale, che va al di là delle normali competenze richieste. Se Grattieri vuole le prime pagine, vuole la fama, è perché pensa di aver fatto di più del suo dovere?
Mario Balotelli, di certo non un grande filosofo, disse che non esulta quando fa goal perché è il suo dovere di attaccante. “Un postino non esulta quando consegna una lettera”. Vero, forse. Dov’è il confine tra il dovere e quel di più che fa meritare la pubblica riconoscenza?
Non lo so. Però so una cosa: è molto grave quando la giustizia vuole diventare notizia.