Anonymous è scesa in campo con il movimento #blacklivesmatter, e l’ha fatto nella maniera più dura possibile: attaccando il presidente Trump. L’accusa lanciata dagli hacktivist è pesantissima, e vedrebbe il Donald Trump coinvolto nel caso Epstein. E quindi, secondo gli hacker, il presidente degli Stati Uniti sarebbe coinvolto in un caso di traffico e abuso di minori che ha visto coinvolti oltre 10mila minorenni.
Anonymous per George Floyd
Le ragioni dell’intervento di Anonymous si deve all’omicidio di George Floyd, compiuto per mano di Derek Chauvin, poliziotto di Minneapolis. Anzi, ex poliziotto, dato il licenziamento e l’arresto, avvenuti quattro giorni dopo l’omicidio, per placare l’opinione pubblica.
“Purtroppo, non pensiamo che la vostra organizzazione corrotta possa garantire giustizia, quindi mostreremo al mondo i vostri crimini”.
Così gli attivisti spiegano il motivo della loro discesa in campo.
“Agenti che uccidono persone e commettono altri reati devono rispondere dei loro atti come tutti noi. Altrimenti, crederanno di avere il diritto di fare ciò che vogliono. Si dirà che questa è opera di poche mele marce. Ma che dire degli agenti che non fanno nulla mentre vengono commessi crimini e dei dipartimenti di polizia che rifiutano di perseguire questi criminali? La gente ne ha avuto abbastanza di questa corruzione e della violenza compiuta da un’organizzazione che promette di proteggere. Il mondo finalmente si sta svegliando”.
Le prime azioni di Anonymous
Le prime azioni di Anonymous sono state puramente simboliche. Hanno violato il sito della polizia di Minneapolis, rendendolo inaccessibile. In seguito hanno hackerato i sistemi radio delle forze dell’ordine, trasmettendo la canzone Fuck Tha Police.
A ciò si aggiunge un’incessante diffusione di video delle proteste e delle violenze compiute dai cops. Sono infatti moltissimi i contenuti multimediali che circolano sui social network, ove si nota un approccio tutt’altro che amichevole da parte di chi dovrebbe ristabilire l’ordine. Sono reperibili, soprattutto su twitter, testimonianze di violenze gratuite e di notevole entità. Un esempio sono le cariche fatte con i SUV contro dei manifestanti fermi, o i proiettili sparati contro giornalisti della CNN.
Ci sono forti sospetti – quasi certezze – di agenti provocatori fra la folla. Sono stati avvistati uomini bianchi completamente vestiti di nero che circolano vicino ai manifestanti e, da soli e senza apparente motivo, danneggiano vetrine di negozi o veicoli parcheggiati. Uno di loro, fermato da un manifestante insospettito, ha puntato un’arma contro al ragazzo prima di fuggire.
L’accusa di traffico di minorenni lanciata a Trump
Per chi non lo sapesse, Jeffrey Epstein era un imprenditore di successo statunitense, condannato per molestie compiute nel 2005 a una ragazza di 14 anni. Nel 2008 è stato condannato da un tribunale statale della Florida per aver sollecitato una prostituta e per aver procurato una minorenne per prostituzione. Ha patteggiato 13 mesi di custodia con rilascio per lavoro. I legami di Epstein con Trump nascono nel 2016, con il caso Jane Doe, una donna che denunciò Espstein e Trump per violenza sessuale prima di ritirare misteriosamente la causa in appello.
Epstein è stato poi arrestato di nuovo il 6 luglio 2019, con l’accusa federale di traffico di minori in Florida e New York. Proprio questo caso vedrebbe coinvolti, secondo Anonymous, figure di assoluto rilievo, come Trump, la casa reale inglese, Briatore, Dustin Hoffman, Mick Jagger.
Trump ha recentemente dichiarato di riammettere unilateralmente nel G7 la Russia. Secondo Anonymous, la riammissione di Putin alla conferenza fra gli Stati più potenti al mondo si deve a delle informazioni in possesso dell’intelligence russo, che vedrebbero un coinvolgimento fra il presidente e il caso Epstein.
Gli hacker di Anonymous dicono che il presidente Trump sia addirittura dietro alla morte di Epstein, in carcere, avvenuta in circostanze più che sospette. E rilasciano un “libro nero”, che comprenderebbe tutti i contatti di Epstein. Ricordiamo che nella vicenda sono rimasti coinvolti più di 10mila minorenni.
La lista, disponibile a questo link, vede figure importantissime: Mick Jagger, Kevin Spacey, Ivanka Trump, Flavio Briatore, Naomi Campbell, e centinaia di altre persone. Ci sono poi anche i reali inglesi. Il duca di York si era già dichiarato colpevole ed era stato condannato per coinvolgimenti nel crimine.
La vicenda comporterebbe conseguenze enormi, soprattutto per la politica statunitense. Si attendono ulteriori conferme o smentite, oltre a prove più precise.
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