Carabiniere uccide un 15enne con un colpo di pistola. Era in borghese, quando due ragazzi in scooter lo hanno affiancato, con cattive intenzioni. Cosa sia successo, chi abbia sparato per primo, se sia omicidio o legittima difesa: tutto questo non ci interessa. È interessante, ma per la giustizia. Non per questo Latte e Biscotti.
Come avrete capito, nei Latte e Biscotti la notizia serve solo come scusa per parlare della nostra società. La notizia di oggi è: carabiniere uccide un 15enne, i parenti del ragazzo distruggono il pronto soccorso.
Potreste pensare che non è una notizia così tragica – pensiero orrendo, ma ne ho letti tanti del genere fra i commenti su Facebook. Il punto è che in questa storia ci sono una marea di vittime.
La prima vittima ce la indica il titolo: carabiniere uccide un 15enne. Un 15enne napoletano è morto.
La seconda vittima ce la indica la logica: carabiniere uccide un 15enne. Se uccidi una persona e sei una persona normale, anche se uccidi per legittima difesa, anche se uccidi il male in persona, la notte non dormi sereno. Portare via la vita da qualcuno non è facile come nei videogiochi.
La terza vittima sono i parenti. Persone che vivono in condizioni probabilmente disperate, dal punto di vista economico e culturale. Persone che si vedono oppresse dallo Stato. Sono persone che, non sapendo come ottenere giustizia, o riscatto, sfasciano un pronto soccorso, con la ragione offuscata dal dolore.
La quarta vittima è lo Stato. Stato che è anche un carnefice. Perché se due ragazzini, due adolescenti, devono andare in giro con una pistola e uno scooter, qualcosa nel nostro sistema sociale ha fallito. E loro due non sono un caso isolato, ne sono sicuro.
La quinta vittima è la dignità umana. Perché vedere gente che scrive “uno di meno” mi fa venire un incredibile senso di sconforto. Non è morto un 15enne, non è morto un criminale. Siamo morti tutti noi.