Sì o no? Destra o sinistra? Avanti o indietro? Domani o oggi? Fuori o dentro?
Tutti i giorni dobbiamo prendere delle decisioni, dalle più semplici alle più difficili. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, ciascuno di noi deve scegliere tra una o più possibilità, ma quale?
La scelta tra due o più proposte implica una sola preferenza, quella considerata migliore, più adatta o conveniente delle altre. Tuttavia, la decisione non è mai così semplice, in quanto di fronte a un ‘bivio’ di alternative, spesso entrambe sembrano vantaggiose e questo comporta una situazione di confusione, in cui l’individuo non è più capace di scegliere.
Quali sono gli ostacoli che ci impediscono di prendere una decisione?
Sicuramente la paura. La paura di sbagliare, la paura di ferire se stessi e gli altri, la paura di perdersi delle possibilità, che potrebbero far cambiare vita o caratterizzare la nostra esistenza, che sono ignote o immaginabili, ma che vorremmo in un certo senso sperimentare, per non avere rimpianti in futuro. In teoria, vorremmo cogliere tutte le occasioni, in pratica, però, spesso non avviene nulla di tutto questo. C’è un bivio, che fissiamo attentamente, analizzando alla perfezione le due strade, ma non ci muoviamo in nessuna direzione. Tuttavia, bloccati nella nostra indecisione, in realtà scegliamo di non decidere e ci precludiamo entrambe le possibilità.
Quale parte del cervello si occupa delle nostre scelte? E cosa succede al suo interno?
Secondo una ricerca di Camillo Padoa-Schioppa, neuroscienziato alla Washington University School of Medicine di St. Louis, e John Assad, professore di neurobiologia alla Harvard Medical School, esiste un piccolo gruppo di neuroni della corteccia obito-frontale, capaci di valutare e confrontare i beni messi a confronto. Lo studio, condotto sui macachi, ha rivelato che vi sono tre tipi di neuroni, che assumono un ruolo specifico nelle diverse fasi decisionali. Ad esempio, se si deve scegliere tra una pera e un mandarino, alcuni neuroni esprimono tramite un codice il valore dei due frutti messi a confronto, altri invece il risultato della scelta tra i due. Essendo due beni di pari quantità, entra in gioco il fattore preferenza e viene scelto l’oggetto che piace di più rispetto all’altro. Se ci sono due gelati e una pizza, la procedura è differente, in quanto è necessario effettuare un bilancio tra quantità e gusto. Cosa fanno quindi queste cellule? Creano un circuito neuronale in grado di generare delle decisioni economiche.
Tuttavia, non esistono solo scelte semplici, come quelle relative al cibo, ma ve ne sono di più complesse, che riguardano decisioni più difficili da prendere. Come fa un piccolo gruppo di neuroni ad adattarsi alle infinite possibilità che ci si presentano davanti e ad attuare la procedura decisionale a tutti i diversi contesti? La ricerca ha messo in luce che le cellule corticali sono in grado di riorganizzarsi al presentarsi di una nuova alternativa tra due beni o oggetti, mantenendo però la propria funzione specifica. Il circuito di base, dunque, rimane invariato e, grazie alla flessibilità dei neuroni, possiamo effettuare qualsiasi scelta usando sempre la stessa area cerebrale.
Siamo liberi di scegliere o siamo influenzati dal contesto in cui ci troviamo?
Secondo il libero arbitrio, ciascuno di noi ha la facoltà di decidere come agire e come pensare, sicuramente però, la situazione in cui una persona si trova al momento della scelta influisce su quest’ultima. Talvolta, siamo costretti a scendere a compromessi, perché ciò che ci circonda lo richiede. Ad esempio, in questo particolare momento, in cui un virus invisibile dilaga rapido, siamo costretti a stare molto tempo in casa, a diminuire i contatti, evitando le uscite non necessarie e comportandosi con la massima prudenza. Non abbiamo scelto noi questo, ma la pandemia, che ci ha imposto severe restrizioni e misure di contenimento, per arginare la diffusione del contagio.
Il segreto per accettare queste particolari situazioni è avere un senso di dovere nei confronti della società in cui si vive, cercando di bilanciare quello che si vuole, con ciò che è giusto fare.
In generale, si può dire che nessuno sia davvero libero di scegliere senza farsi condizionare dall’esterno, ad eccezione di coloro che soffrono di un disturbo mentale, i quali agiscono e basta, secondo l’istinto.
Cosa succede se sbagliamo le nostre scelte?
Impariamo e facciamo esperienza. Gli errori sono preziosi, vanno analizzati con cura e ‘studiati’, in modo tale da non ripeterli più in futuro.
In conclusione, è importante scegliere quello che sentiamo di voler fare nel limite del giusto e del possibile, senza farsi influenzare troppo da altre persone e senza rimuginare sulle diverse vie che potremmo prendere o che avremmo dovuto o potuto prendere.