Ad oggi, a più di un anno dal suo debutto, la didattica a distanza (dad) risulta ancora problematica.
Tanti di noi si sono chiesti i pro e i contro di questa situazione, qui ce ne parla una giovane studentessa :
Il covid ci ha preso alla sprovvista, scuole chiuse, lavori sospesi, strade vuote e confusione tra le mura di casa. Questo è quello che sta succedendo nella maggior parte delle famiglie, a distanza di 1 anno dall’inizio della pandemia, molti ostacoli occupano ancora la vita di tutti i giorni, sia infantile che adulta. Molti genitori, costretti allo smart working per occuparsi dei figli che non possono andare a scuola. Dal 1870 questa è stata nominata una delle peggiori crisi economiche, tra licenziamenti, povertà e cassa integrazione. Tra le crisi economiche non si può parlare solo dei lavori, purtroppo anche gli studenti ne stanno risentendo, tra carenza di dispositivi elettronici e connessioni internet deboli, è difficile fare istruzione in modo efficace.
Carenza di computer
In Italia, più di 1 famiglia su 4, il 25,3% per essere precisi, non dispone di accesso a internet o a dispositivi mobili in grado di sostenere la didattica a distanza o smart working, invece solo il 13% di esse hanno accesso alla banda ultralarga.
Nonostante la disponibilità da parte delle scuole nell’offrire numerosi dispositivi in comodato e i fondi stanziati dal Ministero dell’istruzione, decine di migliaia di studenti ne sono ancora privi.
Sembra però che negli ultimi mesi il numero di richieste sia sceso per poi alzarsi di nuovo, ma per quanto la situazione possa migliorare sorge un altro problema: la mancanza di partecipazione alle lezioni da parte degli studenti. Ebbene sì, seppur il 92% delle scuole abbiano attivato la dad, l’85% di esse non riesce a svolgere lezioni online degne di essere chiamate lezioni. Tra numerosi problemi di connessione, dispositivi non sufficienti e alunni non collaborativi la dad sta diventando veramente inefficace. I problemi principali sono per esempio la poca collaborazione da parte degli studenti, la scarsa concentrazione influenzata principalmente dall’ambiente in cui si trovano i ragazzi, gli occhi si stancano maggiormente essendo fissi per 6-7 ore davanti allo schermo. Alcuni sostengono che in videolezione gli argomenti si capiscano più difficilmente, si discute poi della poca interazione tra alunni e insegnanti. Tutto questo finisce per creare danni seri a discapito dei ragazzi, non solo a livello di rendimento scolastico ma anche a livello sociale e personale.
Studenti bendati durante le interrogazioni
A proposito di mancata motivazione degli studenti, essa è stata messa in dubbio anche dopo avvenimenti quali studenti costretti a bendarsi o a girarsi di lato per dimostrare di aver studiato. Molteplici sono i casi in cui gli studenti attraverso diversi metodi copiano durante le verifiche e le interrogazioni, ma il fatto che un professore si permetta di ostacolare la dignità e libertà di uno studente non è assolutamente accettabile, se non fatta nel modo corretto. Questo dimostra la mancanza di fiducia da parte dei professori verso gli studenti.
Proteste per la riapertura delle scuole
In questi ultimo periodo molte sono le persone, per lo più genitori, scese a protestare nelle varie piazze d’Italia. Chiedono a gran voce la riapertura delle scuole. “Mio figlio non fa altro che procrastinare a letto, dopo aver concluso le videolezioni giornaliere si mette a letto nuovamente, e questo è un ciclo, continuo, giornaliero” – se questo succede ad 1 solo studente, immaginiamo cosa succede agli altri migliaia, ma giustamente cosa possiamo fare oltre alle precauzioni prese, se i contagi non diminuiscono, la riapertura non è assolutamente una delle possibili opzioni
Opinioni degli studenti
“Le persone sono esaurite e non sanno più cosa inventarsi, so che magari la benda può far capire al professore se uno ha studiato o no, ma a me non piace questa cosa”
“In DAD, l’attenzione è relativamente minore di quella in classe, lo studio c’è ma poco, ci danno troppi compiti a parer mio”
“I prof non si fidano di noi, non dovrebbero nemmeno chiedere di bendarsi, parlo in generale. Perché è come a scuola. A scuola io mi bendo? No. Quindi nemmeno in dad”
“Penso che i professori debbano mettersi nei nostri panni, e viceversa. Ci danno troppi compiti. Ho una vita, una famiglia, delle passioni e dei sogni da realizzare. Non posso passare i miei interi pomeriggi a svolgere compiti”