Il Future Investment Institute, creato per decreto del re dell’Arabia Saudita Salman bin Abdal-Aziz Al Saud, ha terminato ieri la sua quarta edizione ospitando donne e uomini da tutte le parti del mondo per discutere dell’importanza delle città ai giorni d’oggi ma, la vera sorpresa visto il regime totalitario teocratico che lo ospita, è il titolo “The Neo-Renaissence”, ovvero Il Nuovo Rinascimento.
Tra i membri del consiglio d’amministrazione dell’istituto troviamo anche il senatore in carica Matteo Renzi, ex primo ministro, il quale, dopo aver innescato una crisi di governo nel mezzo di una crisi sanitaria, lascia il paese per discutere con il principe ereditario saudita, figlio dell’attuale re, Primo Vice Primo ministro, ministro della Difesa e vero leader del più grande paese mediorientale: Mohammad bin Salman Al Sa’ud.
Il dibattito (se così si può definire) tra i due, accessibile a tutti dal canale YouTube ufficiale dell’istituto, vede l’ex primo ministro parlare un inglese non tanto migliorato dai tempi del “scish” rivolgersi al principe ereditario, probabilmente non informato che il personaggio che si trova davanti è ormai “solo” un senatore e non più un capo di stato (appellativo che invece Al Sa’ud utilizza ogni volta che si rivolge al suo interlocutore), come se si trovasse in presenza di un grande statista occidentale.
L’apice del paranormale però viene raggiunto al congedo tra i due quando Renzi definisce l’Arabia Saudita un paese chiave per lo scacchiere internazionale nel portare avanti prosperità e pace. Il nostro caro Matteo si sarà forse dimenticato che l’Arabia Saudita non è altro che un regime diffusore di guerre in tutto il Medioriente, maggiore artefice della morte di civili in paesi come lo Yemen? Si sarà per caso scordato, così, per un momento, che si trova davanti un uomo salito al potere per aver zittito tutte le voci contrastanti all’interno della sua stessa famiglia?
Sta di fatto però che oggi l’Italia abbia bloccato l’export di armi proprio verso l’Arabia Saudita (e gli Emirati Arabi Uniti). Coincidenze? Renzi si sarà forse accorto solo ora di cosa effettivamente sia il paese decantato fino a poche ore fa?
È vero che questa decisione, accolta con grande gioia da organizzazioni come Amnesty International, Oxfam, Medici Senza Frontiere e Save the Children che da tempo si battono per la pace in Medioriente (e non solo), non è un fulmine a ciel sereno. La decisione infatti “era già arrivata la scorsa settimana, quando il ministro Di Maio ha inviato un parere accolto dalla presidenza del Consiglio sulla revoca”, spiega il sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano al Fatto Quotidiano.
Rete Pace e Disarmo spiega come si tratti di “un atto di portata storica che avviene per la prima volta nei 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 sull’export di armi. Il Governo Conte ha deciso di revocare, non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Continua inoltre a rimanere in vigore anche la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi”.
Insomma, anche se la pace evocata da Renzi è forse possibile, non arriverà di certo grazie a Mohammad bin Salman Al Sa’ud e alla nazione che governa.