Nonostante oggi essere international vada certamente più di moda tanto che guardare film e serie TV in lingua originale sembra quasi essere diventato un must, il doppiaggio – soprattutto qui in Italia – non si lascia scoraggiare. Insomma guardare una produzione in originale è indubbiamente molto utile, sia perché è un esercizio linguistico sia perché si capisce se quell’attore o attrice stiano recitando con i piedi oppure no. Tuttavia, il doppiaggio ha una solida storia alle spalle e quello italiano è forse uno dei migliori in circolazione. E poi, ammettiamolo a volte i doppiatori fanno miracoli: riescono a rendere godibile anche un film di serie B in cui la recitazione, probabilmente, non era neanche un requisito necessario per passare il provino.
Ma cos’è il doppiaggio?
E’ il procedimento tecnico attraverso il quale, in prodotti audiovisivi – film, serie tv, televisione, pubblicità -, la colonna sonora originale, sia parlata che musicata di un prodotto viene tradotta e adattata alla lingua del Paese in cui tale prodotto viene diffuso. Alla voce originale di un attore si sostituisce quella di un doppiatore. Questi ha il compito di interpretare e trasmettere le emozioni solo attraverso l’utilizzo della voce. Presente in misura maggiore nel cinema, nella televisione e nell’animazione, il doppiaggio è associato anche alle “voci fuori campo” dei messaggi radiofonici, pubblicitari e ai videogiochi.
La storia del doppiaggio risale alla fine degli anni 20, ma la sua pratica si consolida definitivamente negli anni 30. Infatti, il cinema sonoro nasce solo nel 1926 e si diffonde a macchia d’olio raggiungendo tutto il mondo nel corso dei tre anni seguenti. Tuttavia con l’avvento del sonoro si palesa un problema piuttosto complesso: come diffondere un film parlato in una determinata lingua in un Paese in cui tale lingua è sconosciuta?
Le tecniche usate dalle varie case di produzione
Alcune delle case di produzione più famose – Warner Bros, Paramount – decisero di adottare un metodo peculiare: giravano lo stesso film più volte in diverse lingue. In alcuni casi gli attori si fingevano dei poliglotti, in altri venivano sostituiti da attori improvvisati che avrebbero potuto recitare in lingue diverse dall’inglese. Uno dei casi più famosi è quello di Stanlio e Olio che cominciarono a recitare in italiano con la tipica cadenza inglese per promuovere i loro sketch nella patria della pizza, pasta e mandolino – luogo comune check – creando un vero e proprio segno di riconoscimento attorno al quale ruotava gran parte della loro comicità. Infatti, quando cominciarono ad essere doppiati, l’accento inglese non venne mai abbandonato.
Talvolta voci straniere fuori campo poste vicino alla macchina da cinepresa doppiavano dal vivo gli attori che quindi recitavano muti. Gli studenti di lingue di oggi avrebbero sicuramente gongolato.
L’arrivo del doppiaggio
Con l’adozione definitiva del doppiaggio, i Paesi europei non anglofoni avevano risolto il problema. L’Italia, fin dal principio si mostrò particolarmente talentuosa nei confronti di questa innovazione, che era sostenuta fortemente da Mussolini. Il regime fascista che promulgò una legge in cui vietava di far circolare film stranieri non doppiati ritenuti un pericolo per l’italiano stesso. Il doppiaggio in Italia fu, infatti, uno dei motivi principali di diffusione dell’italiano contribuendo così all’unità linguistica della penisola.
Nonostante oggi il doppiaggio in Italia sia motivo di controversie rimane comunque una pratica largamente utilizzata, ma soprattutto apprezzata. Su Youtube, molte persone si cimentano in doppiaggi, soprattutto per video leggeri e divertenti. E’ il caso di Orion, un canale in cui si doppiano video d’animazione. Un altro è Maurizio Merluzzo, doppiatore che parla spesso di questa tematica, invitando voci importanti del panorama italiano (Flavio Aquilone, Domitilla D’Amico, Francesco Pezzulli, Angelo Maggi e tanti altri) o rispondendo a domande in modo scherzoso e mai pedante.
E’ evidente che informarsi e divertirsi con il doppiaggio non risulta difficile. Questo, nonostante sia un ambiente di “nicchia”, nel quale è indubbiamente complicato entrare. I social offrono un mezzo importante per raggiungere un vasto pubblico e farsi notare.
Un giorno si sta su Instagram a pubblicare stories, quello dopo ci si ritrova nei titoli di coda delle migliori serie tv e film in circolazione.