Negli ultimi anni in tutto il mondo il prezzo delle sigarette e degli accessori per fumatori è aumentato di molto. Nel 2007, in Italia, un pacchetto di sigarette in media costava 4 euro. Ora il prezzo minimo è intorno ai 5 euro. Un aumento di un euro in più di dieci anni può non sembrare tanto, ma lo è.
Perché il prezzo delle sigarette aumenta?
Le ultime accise risalgono a febbraio di questo anno. Il prezzo del tabacco a pacchetto è aumentato di una cifra tra i dieci e venti centesimi. Gli aumenti negli anni arrivano su decisione dei governi, in particolare del Ministero della Salute. Dopo ricerche e studi, è stato infatti constatato che il numero di fumatori, soprattutto tra i giovani, è parecchio alto. Il 42,5% dei ragazzi dichiara di fumare almeno qualche sigaretta al giorno (media di circa 5). Questa percentuale aumenta di molto se in famiglia c’è almeno un fumatore tra i genitori.
L’aumento del prezzo delle sigarette è quindi un ottimo modo per disincentivare all’uso: si stima che se l’aumento fosse del 50% (ovvero un passaggio, ad esempio, da 5 € a 7,5 €) il 31,7% dei giovani smetterebbe di fumare (in particolare femmine, 37%; 16enni, 36% e 17enni, 40%; chi fuma 1-2 sigarette al giorno, 39%); il 59% cercherebbe di limitare il numero di sigarette fumate (19enni, 65%; chi fuma più di 3 sigarette al giorno, 64%) e solo il 9,4% non cambierebbe abitudini (18enni, 15%; residenti nel centro, 15%). Se fosse del 100% (ovvero un passaggio da 5 € a 10 €) ben il 57,2% smetterebbe di fumare, il 39,6% cercherebbe di limitare il numero di sigarette e solo il 3,2% continuerebbe come prima.
L’Italia rispetto agli altri Paesi
La Tobacco Control Scale ogni anno pubblica un report che descrive e compara le politiche di controllo riguardo il fumo dei Paesi europei.
Nel 2019 l’Italia si è posizionata quindicesima (su 36). Una posizione intermedia, che può essere considerata buona; abbiamo però perso due posizioni rispetto al 2016. Il Regno Unito si conferma al primo posto per le migliori politiche di disincentivazione con i migliori risultati contando che un pacchetto costa intorno ai 10 euro. In generale gli Stati del nord Europa sono abbastanza in alto nella classifica: in Irlanda e Norvegia un pacchetto costa più di 11 euro, in Islanda più di 10 euro. In Francia vale intorno agli 8 euro. Il prezzo negli altri Paesi in centro Europa si aggira tra i 5 e i 6 euro, mentre nelle nazioni dell’est il prezzo varia da poco più di un euro (Ucraina) ad un massimo di 3,5 (Estonia). I Paesi che si sono posizionati al fondo della classifica sono Germania, Svizzera e Lussemburgo.
Oltre all’aumento del prezzo sono state prese altre iniziative a livello nazionale. Un esempio è il ritiro dal mercato dei pacchetti da 10, molto popolari tra i giovani per il prezzo accessibile (2,5 euro) e iniziative europee come l’aggiunta di forti immagini delle malattie causate dal fumo sui pacchetti. Nel mondo però il Paese che ha preso più di petto questa questione è l’Australia. È diventato infatti il luogo con le sigarette più costose al mondo: 45 dollari (30 euro) a pacchetto. Oltre all’aumento del prezzo, i pacchetti australiani sono ora tutti uguali: neri, con riportata la marca in un font uguale per tutte, le scritte e le immagini. Tutte le misure prese dai governi sono comunque servite: grazie agli aumenti, alle immagini, ma anche alle ricerche e alle campagne di sensibilizzazione che hanno portato alla luce i rischi del fumo, hanno salvato molte vite.