Giuseppe Conte, due anni fa, era una persona normale. E immagino fosse pure abbastanza felice e soddisfatto. Cresciuto in una famiglia normale – padre segretario comunale e madre insegnante -, Giuseppe ottiene numerose soddisfazioni scolastiche: maturità classica e laurea in giurisprudenza con tanto di lode, a 24 anni. Dal 1992, quattro anni dopo la laurea, è iscritto all’albo degli avvocati civilisti, diventando avvocato cassazionista – per cui serve una particolare abilitazione – dopo dieci anni. Una carriera discreta. A ciò bisogna aggiungere il lavoro di professore di diritto privato, che esercita dal 2000.
La carriera politica
Quando, presumibilmente nel gennaio 2018, viene contattato dal MoVimento 5 Stelle, mai avrebbe immaginato la sequela di incubi che gli sarebbero capitati. Così, accetta la proposta dei grillini e, il 27 febbraio 2018, viene inserito nella squadra di futuro governo dei 5 Stelle, come ministro della pubblica amministrazione, in caso di vittoria del MoVimento alle elezioni del 4 marzo. Una mossa discutibile – per non dire indecente – dal punto di vista dell’eleganza costituzionale, ma che a Giuseppe Conte avrà dato soddisfazione. Un bel traguardo, la prospettiva di diventare ministro della Repubblica.
Nel maggio 2018, dopo le elezioni, viene proposto come Primo Ministro da Lega e 5 Stelle e, dopo due settimane, con mille vicissitudini, compie il suo discorso di insediamento, ottenendo la fiducia delle Camere.
Con il raggiungimento delle posizioni politiche più alte, Conte vede manifestarsi i primi problemi. Vi ricordate lo scandalo del curriculum gonfiato? Mai il nostro presidente avrebbe immaginato di rimanere coinvolto in qualcosa del genere solo per aver leggermente gonfiato un CV. Già mi immagino Conte, visto il polverone, chiedersi “ma chi me l’ha fatto fare?”.
A togliergli il sonno, nei mesi seguenti, ci pensa Salvini, con le sue misure contro l’immigrazione, che gli valgono qualche avviso di garanzia. Oltre alle innumerevoli liti in campo europeo a cui lo costringe l’ex vicepremier. E poi le misure economiche volute dai gialloverdi, anche queste causa di discussioni e problemi. Ma ci sta, è la politica: che ti aspettavi Giuseppe?
Il nuovo Giuseppe Conte
Salvini, non pago, ebbro di Papeete e sondaggi favorevoli, decide di far cadere il governo. Così Giuseppe, vistosi travolto dalla realtà, si trasforma. L’agosto 2019, ricordato come il mese che vide il più grande suicidio politico della storia della Repubblica, diventa anche la data di nascita del nuovo statista.
Giuseppe Conte si presenta in Parlamento, dove spara bordate su bordate contro Salvini, venendo appoggiato persino da Renzi. Momenti commoventi, bisogna ammetterlo.
Segue il nuovo Governo, giallo-rosso, con 5 Stelle e PD. Un Governo più tranquillo, va detto, se si escludono gli sgambetti del toscano sopracitato.
Finchè non succede il capolavoro: l’epidemia. Anzi, la pandemia.
Già me lo immagino, il povero Giuseppe, con la testa china, raccolta fra le mani, sull’orlo delle lacrime, mentre Casalino gli dà due pacche di incoraggiamento. E il premier, sconfortato, che pensa: “Ma chi me l’ha fatto fare?”.
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