Fai un lavoro che ti piace e non lavorerai neanche un giorno. Se questa massima, spesso abusata, può sembrare retorica, grazie ad Hal Hickel abbiamo capito che ha un fondo di verità. Ma andiamo con ordine.
La discussione di Hal Hickel con VIEW Conference
Qualche giorno fa vi avevamo annunciato la prima talk di avvicinamento all’edizione 2020 di VIEW Conference. Ospite era Hal Hickel, che in The Mandalorian ha supervisionato l’animazione per ogni tipo di creatura, veicolo e personaggio. Ha inoltre ricoperto un ruolo chiave nella visualizzazione delle sequenze di motion control sulle miniature utilizzate nella serie. In carriera, ha vinto un premio Oscar per gli effetti speciali di “Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma”. A questo si aggiungono altre tre candidature alla statuetta di categoria. Infine, è stato anche il direttore dell’Animazione nel “Rango” di Gore Verbinski, vincitore come Miglior Lungometraggio Animato nel 2012.
Un curriculum, insomma, di tutto rispetto. Altro protagonista della discussione è stato Ian Failes, editorialista di BeforesandAfters specializzato in effetti visivi (VFX). Il tema, ovviamente, era la nuova serie della Disney, The Mandalorian, grandissimo successo, soprattutto per via degli effetti speciali, di altissimo livello. Per produrla, ILM ha sviluppato una nuova tecnologia virtuale che ha consentito agli autori di riprodurre una qualità di animazione e VFX che finora era stata riscontrata solo nei lungometraggi cinematografici. Un grande inizio, per quella che è la prima serie televisiva nella saga di Guerre Stellari.
La passione di Hal Hickel
E qui ritorniamo al punto iniziale. Com’è giusto che fosse, la discussione a lungo ha riguardato gli aspetti tecnici e artistici della produzione, oltre che del mestiere, di Hickel. Si sono infatti a lungo dilungati sugli strumenti e sui metodi scelti per realizzare i personaggi, in particolare quello di Din Djarin, alias “Mando”, pistolero e cacciatore di taglie solitario. Grandi capacità di combattimento, dubbie qualità morali: un mix perfetto per una storia di avventura.
Al netto delle tecnologie a disposizione di Hickel e dei co-autori, ciò che più ha colpito chi scrive è la passione dell’ospite. Hickel mostra infatti una voglia e un entusiasmo senza pari quando parla del suo lavoro. La voce si alza, lo sguardo si illumina, mentre cerca di trasmettere i suoi sentimenti per l’animazione anche ai profani del mestiere. E ci riesce, senza ombra di dubbio. Ascoltandolo parlare viene voglia di mettersi a disegnare, di dare libero spazio alla propria fantasia. Si viene tentati di mollare tutto, di inseguire i propri sogni, con l’obiettivo di ottenere la sua stessa serenità, le sue stesse soddisfazioni lavorative.
Soddisfazioni che possono arrivare sotto forma di premi, o anche solo con un sorriso regalato a se stessi prima di addormentarsi. In un mondo governato dalle logiche del denaro, l’unica soluzione sembra quella di Hickel: lavorare con passione, per non lavorare mai.