L’estate 2020 è stata molto più intensa del solito. Praticamente tutti gli sport hanno infatti dovuto recuperare tra luglio e agosto il tempo perduto durante il lockdown. Se non siete rimasti aggiornati, ecco a voi il pagellone dello sport estivo!
10 – Il Bayern del triplete, ancora
Il Bayern Monaco si conferma una corazzata, tornando a vincere la Champions League dopo sette anni di magra. Per battere il Paris Saint-Germain basta un colpo di testa di Coman, cresciuto proprio nel vivaio dei francesi. Prima della finale, però, il Bayern è stata una vera e propria schiacciasassi, battendo 3-0 il Lione, 8-2 (!!!) il Barcellona, 4-1 il Chelsea al ritorno e 3-0 all’andata. Per non parlare dei gironi, finiti con 6 vittorie su 6 partire, 24 goal fatti e soli 5 subiti. Insomma, 11 vittorie su 11 partite in Champions, per un cammino trionfale.
In Germania, invece arriva la vittoria in Bundesliga con 82 punti, 13 in più della seconda, 100 goal fatti e 32 subiti in 34 partite. Completa il quadro, il 4-2 al Bayer Leverkusen in finale di DFB Pokal, la coppa nazionale tedesca.
Fra tutti i giocatori, si distingue Lewandowski, autore di 15 goal in 10 partite in Champions League, 34 in 31 partite in Bundesliga e 6 in 5 partite in DFB Pokal. Straordinario lui, straordinario il Bayern.
9 – A Nizzolo, Van Aert, Roglic e Van Vleuten, stelle del ciclismo
Iniziamo dall’ultima nell’elenco, Annemiek Van Vleuten. La fortissima ciclista olandese, campione del mondo in carica, inizia la stagione siglando il successo alla Srade Bianche, prestigiosa corsa a Siena, e prosegue vincendo i campionati europei, battendo in volata una splendida Longo Borghini (voto 8).
Tra gli uomini, va citato Giacomo Nizzolo, che vince un po’ a sorpresa il campionato italiano, dopo una caduta a inizio corsa. Quando tutti lo credevano ritirato – dato che aveva dovuto cambiare bici in seguito all’incidente e quella nuova non aveva il transponder -, spunta nel gruppo di testa e si impone con una sontuosa volata. Ai campionati europei di Plouay, sfruttando un super lavoro di squadra della nostra nazionale, batte allo sprint Arnaud Demare e Pascal Ackermann.
Wout Van Aert, futura promessa del ciclismo, continua a nutrire il suo già discreto palmarès con una vittoria alle Strade Bianche e con la sua prima classica monumento, la Milano-Sanremo. Stupisce soprattutto in quest’ultima, dove resiste agli attacchi di Alaphilippe e trionfa nel finale con uno scatto bruciante. A questo si aggiunge la vittoria ai campionati nazionali a cronometro e alla prima tapppa del Criterium del Delfinato.
Infine Primoz Roglic, vincitore di due tappe e della classifica generale al Tour de l’Ain, della seconda tappa del Criterium del Delfinato e della quarta tappa del Tour de France, attualmente in corso. Il tutto con una facilità disarmante.
8 – Al nuovo Gregorio Paltrinieri
“Ho ritrovato l’entusiasmo e la voglia di nuotare”: lo dichiara Gregorio Paltrinieri, stella del nuoto italiano, dopo aver siglato il luovo record europeo sui 1500m stile libero. il record, già suo, è stato migliorato di quasi un secondo.
A quest’impresa si aggiungono i tre titoli italiani, nei 2,5, 5 e 10km a Piombino. Uno storico tris, che va ad arricchire la straordinaria bacheca dei trofei del campione emiliano.
Il tutto, va sottolineato, dopo la decisione di cambiare allenatore, arrivata in seguito al lockdown. “Avevo perso il sorriso, non avevo più stimoli”, è stata la spiegazione di Paltrinieri.
7- A Inter e Atalanta, brave ma non abbastanza
Sono entrambe arrivate a un passo dall’impresa, sia in Italia, sia in Europa. Sufficiente per considerarla un’ottima stagione, non abbastanza per scriverla negli annali.
L’Inter, dopo aver lottato attivamente per il titolo a inizio campionato, si rialza sul finale, prima di reagire nuovamente dopo il lockdown. Il risultato è un campionato concluso a un punto dalla vincitrice Juventus – che però ha smesso di giocare a tre giornate dalla fine, se mai ha iniziato. Al tempo stesso, però, rischia di perdere il secondo posto, che viene confermato solo con la vittoria contro l’Atalanta all’ultima giornata.
La Dea, che ha disputato comunque un campionato glorioso, arriva a un soffio dal secondo posto e a un soffio dai 100 goal. Entrambi l’avrebbero portata nella storia. In Champions League, ai quarti contro il PSG rischiano l’impresa, con il goal di Pasalic al 26′. Al 90′ e al 93′ arrivano però i goal di Marquinhos e Choupo-Moting, che eliminano i bergamaschi.
L’Inter giunge senza troppe difficoltà in finale di Europa League, ma qui deve capitolare di fronte al Siviglia. Ironia della sorte, a firmare l’autogoal decisivo è Romelu Lukaku, trascinatore dei milanesi durante tutta la stagione.
6 – All’NBA, che riprende, sciopera e riprende
Il principale campionato di basket al mondo riprende nella bolla di Orlando, regalando ovviamente spettacolo. Quando il primo turno di playoff sta giungendo alla fine, avviene la clamorosa decisione dei Milwaukee Bucks di Iannis Antetokoumpo, che si rifiutano di scendere in campo contro gli Orlando Magic.
La ragione di quello che si può definire uno sciopero a tutti gli effetti sono i fatti di Kenosha. Nella cittadina, vicina proprio a Milwaukee, Jacob Blake, afroamericano, viene gravemente ferito da un poliziotto, che spara 7 colpi di pistola a distanza ravvicinata. Nelle proteste che seguono, altre due persone vengono uccise da Kyle Rittenhouse, un ragazzino di 17 anni, fanatico supporter della polizia.
Tutto questo porta i Bucks a rifiutarsi di giocare, cui seguono tutte le altre squadre. Dopo varie riunioni tra i giocatori, si trova un accordo: si riprende a giocare. Ci sono, però, delle condizioni: i proprietari delle franchigie si sono detti disponibili a un maggiore impegno nelle comunità per rendere il più semplice possibile l’accesso al voto. Le strutture d’allenamento delle squadre verranno utilizzate come seggi elettorali, così da facilitare il diritto di voto. Verranno inoltre creati e promossi spot per promuovere i diritti civili degli afroamericani, che saranno trasmessi durante le partite dei playoff.
5 – La Juventus vince sempre ma convince poco
Chi scrive è juventino da 22 anni. Da nove anni a questa parte, lo scudetto è diventato abitudine, al punto che piazza San Carlo non si riempie neanche più. Per fortuna, in tempi di covid. Tuttavia l’andazzo è questo da tanto tempo: nulla potrebbe far gioire il popolo bianconero, se non la conquista della tanto agognata Champions League.
Per questa ragione era arrivato Maurizio Sarri, ex grande rivale al Napoli e fautore del bel gioco. Una scelta in controtendenza rispetto a Massimiliano Allegri, risultativista a qualsiasi costo. Sarri, però, non ha portato il bel gioco – neanche il gioco, a dire il vero. Lo scudetto è stato vinto con le grandi giocate dei singoli. Non sono però arrivate coppe, né Coppa Italia né Champions League.
In Europa, soprattutto, il naufragio contro il Lione ha assunto i tratti di una tragedia, al punto da aver portato all’esonero di Sarri. Al suo posto Andrea Pirlo, da molti definito come promettente, ma che non ha mai allenato. Vedremo.
4 – Il ciclismo ha un grosso problema sicurezza
Il ciclismo è storicamente noto come uno sport pericoloso. Le alte velocità, le discese tecnice e la quasi totale assenza di protezioni lo rendono pieno di rischi, talvolta anche con tragici esiti. Tuttavia, la ripresa post lockdown ha manifestato rischi ancora maggiori.
Il brutto incidente in volata subito da Jakobsen, il volo oltre il ponte compiuto Evenepoel al Giro di Lombardia, le 88 (ottantotto!) cadute della prima tappa del Tour hanno evidenziato parecchie carenze da parte degli organizzatori, che hanno tralasciato le dovute misure di sicurezza. Nel primo caso, infatti, delle transenne sporgenti hanno messo a rischio i corridori e il pubblico. Nel secondo caso, l’assenza di una rete di protezione ha comportato una caduta che avrebbe potuto aver esiti tragici. Nel terzo caso sarà anche stata colpa della pioggia, ma la condizione della strada – al netto di chi parla della presenza di detersivo sull’asfalto – ha peggiorato il tutto.
Quindi, va bene i pericoli nella natura del ciclismo, però si faccia di più per mettere in sicurezza i corridori.
3 – Alla Ferrari, da Cavallino a pony
I risultati delle due rosse sono sotto gli occhi di tutti. Il secondo posto di Leclerc a Melbourne aveva illuso tutti quanti, come se i problemi si fossero dissolti come per magia. Le gare seguenti hanno riportato la scuderia di Maranello alla dura realtà: la macchina è lenta e difficile da guidare.
La prova definitiva è arrivata a Monza, gp di casa, dove il risultato è stato un doppio ritiro. Leclerc si è assunto la responsabilità dell’incidente, ammettendo però che la macchina fosse difficilmente controllabile.
A peggiorare ulteriormente il clima è la gestione della crisi che arriva dalla dirigenza. Binotto nega la necessità di usare la parola “crisi”, come a nascondere la testa sotto la sabbia.
Infine, vanno ricordate le straordinarie strategie che arrivano dal muretto Ferrari. Vettel chiede se sia il caso di fare uno o due pit stop, gli lasciano intendere di farne due, lui inizia a girare più forte per quel motivo, gli chiedono di restare fuori, quando ormai le gomme erano rovinate. Oppure, sempre, con Vettel, è il tedesco a farsi le strategie, dicendo al muretto che fosse meglio usare gomme medie anziché soft.
Il risultato è Leclerc che impreca in radio dopo un pit stop. Scusandosi, perché Charles è un ragazzo educato.
2 – Quanti incidenti in Moto GP
Tra le insufficienze si torna a parlare di situazioni pericolose. La Moto GP è un altro sport che comporta rischi enormi, anche qui con conseguenze potenzialmente tragiche. In questo caso non si hanno colpe degli organizzatori. Al massimo, si possono accusare i corridori, come Johann Zarco, per le manovre azzardate.
Proprio il francese, infatti, si è reso autore di una traiettoria anomala, per non farsi superare da Morbidelli. Il risultato è stato uno scontro tra i due a velocità altissima, con la moto del francese che è partita come un proiettile, rischiando di travolgere Valentino Rossi e Maverick Vinales. Per miracolo non è successo niente, ma che rischio.
Altro rischio enorme ha riguardato sempre Vinales, che si è ritrovato ai 300 km/h, a fondo rettilineo, con la moto che non frenava. Ha avuto la lucidità di gettarsi a terra, mentre la moto si schiantava sulle barriere prendendo fuoco.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma che coraggio ci vuole per fare il motociclista?
1 – All’estate di Novax Djokovic
I capolavori estivi di Novak Djokovic inizia a giugno, quando decide di organizzare un torneo in Serbia, suo Paese natale. Spalti gramiti, nessun distanziamento, baci e abbracci in campo. Lui stesso dichiara di non essere particolarmente favorevole all’idea di doversi vaccinare per poter giocare a tennis – dati i numerosi viaggi che i tennisti compiono ogni anno.
L’esito è un discreto numero di positivi, fra cui lui stesso e la moglie. Una figuraccia colossale, peggiorata dalle condizioni in cui versava la Serbia in quel periodo (ve ne abbiamo parlato in quest’articolo). Al punto che persino lui si sentì in dovere di scusarsi pubblicamente.
Il secondo capolavoro è fresco fresco, a estate quasi finita. Un punto sbagliato, una pallina gettata via con stizza, una squalifica dallo US Open. Com’è possibile che il n.1 al mondo lanci una pallina per sfogarsi, colpendo una giudice? Certo, è involontario. Il problema non è che l’abbia colpita – sta bene – ma che lui abbia compiuto quel gesto.
Insomma, l’abilità non coincide con lo stile.