I nostri genitori, Barbara d’Urso e la televisione ci ripetono assiduamente di doverci lavare le mani. Questo a molti – soprattutto ai piccini – sembra un qualcosa di noioso da fare, ma è molto importante. Se c’è un aspetto positivo di questa pandemia, è sicuramente il fatto che ora tutti quanti noi siamo più sensibili e responsabili per quanto riguarda la nostra igiene. Ignac Semmelweis ebbe un ruolo cruciale in merito. In quest’articolo vedremo perché.
Quand’è che i genitori iniziarono a dire ai figli di lavarsi le mani?
Ignac Semmelweis: il primo medico a scoprire l’importanza di lavarsi le mani
Nato nel 1818, Ignac Semmelweis è stato un medico ungherese. Fu proprio lui a ipotizzare la causa dell’elevato numero di morti per febbre puerperale (grave infezione dell’utero causata dopo un parto o un aborto).
Ignac Semmelweis era dotato di un grande senso di umanità per le donne che avevano appena partorito, tanto che proibì il modo di insegnare tramite i cadaveri delle donne.
Fin da quando lavorava come assistente, si è dedicato interamente al lavoro in corsia e a eseguire molte dissezioni (ovvero un sezionamento di un organismo per studiarne la struttura interna); Ignac era sconcertato dall’elevato numero di morti per febbre puerperale nella clinica di Klein, in cui le vittime erano molto di più rispetto alla seconda divisione diretta dal dottor Bartch, dove a far partorire le donne erano le ostetriche (professioniste sanitarie specializzate nell’assistere le donne durante la gravidanza).
Febbre perpuerale: da cosa era dovuta?
Negli anni dell’Ottocento era presente una terribile malattia caratterizzata da dolore, malessere generale e febbre elevata, conosciuta col nome di “febbre puerperale” (una donna che ha appena partorito è chiamata puerpera).
Questa malattia affliggeva molte donne che avevano appena dato alla luce un figlio – o che lo avevano appena oppresso – e questo non solo nei pressi di Vienna ma anche in altri ospedali europei e americani.
Ma in quel tempo il vero motivo che spiegava le così tante perdite non si conosceva. C’erano solo delle ipotesi tra quali:
- i fluidi prodotti dall’utero e rimasti lì per qualche tempo, ristagnando sarebbero andati incontro alla putrefazione,
- l’utero ingrossato dalla gravidanza avrebbe compresso e bloccato l’intestino che a sua volta avrebbe causato un ristagno delle feci,
- gas velenosi presenti nell’aria sarebbero stati inalati dalle donne provocandole danni ai flussi uterini.
Ma queste ipotesi erano pressoché fantasiose. Come è possibile che la donna possa morire per una motivazione legata al parto senza che vi siano complicazioni? I fluidi prodotti dall’utero e rimasti lì hanno ovviamente un sistema di scarto, l’utero è palese che si ingrossi e questo non può essere la causa della morte: altrimenti non saremmo mai arrivati a 7 miliardi di persone.
L’intuizione di Ignac Semmelweis: ecco la ragione
Ignac era ossessionato da queste morti così frequenti e cercava di capire il perché, facendo molteplici autopsie sui cadaveri delle donne riscontrando risultati sempre uguali: il motivo del decesso era sempre lo stesso.
Ma la cosa che più lo disorientava era la constatazione che nel Padiglione II dello stesso ospedale, gestito non da medici ma esclusivamente da ostetriche, la mortalità per febbre puerperale era dieci volte più bassa. Questo lo portò a fare ricerche sempre più minuziose.
Per prima cosa pensò che la colpa fosse dell’inquinamento dell’aria, essendo la città in piena Rivoluzione industriale. Però, la mortalità maggiore era in ospedale al chiuso, perciò scartò questa ipotesi.
Durante l’assenza di Ignac tra il primo e il secondo periodo contrattuale, un suo collega ed amico, Jakob Kolletschka, era morto a seguito di una breve malattia. Il medico ungherese ebbe quindi la possibilità di studiarne la cartella clinica e rimase molto colpito da questi due elementi:
- l’autopsia praticata sul cadavere evidenziava lesioni simili a quelle riscontrate sulle donne morte per febbre puerperale;
- Kolletscka solo qualche giorno prima si era ferito nel corso di un autopsia praticata sul cadavere di una di queste mamme.
Ed ecco un’altra ipotesi, straordinaria per quell’epoca: la febbre puerperale è una malattia che viene trasferita da un corpo all’altro a seguito del contatto che i medici e gli studenti presenti in reparto hanno prima con le donne decedute (su cui fanno l’autopsia) ed immediatamente dopo con le donne che stanno per partorire.
Praticamente i medici eseguivano autopsie su donne decedute, e con le stesse mani toccavano le donne che stavano per partorire.
Per noi questo sembra scontato ma è proprio grazie a quest’intuizione che Ignac Semmelweis iniziò a imporre l’obbligo di lavarsi le mani nell’ospedale con una soluzione di cloruro di calce.
Confermata la teoria sul lavarsi le mani
Nell’anno 1846, su circa 4.000 puerpere ricoverate presso il Padiglione I, ne erano morte 459 (pari all’11%) per febbre puerperale. Nel 1847, dopo l’adozione del lavaggio delle mani con cloruro di calce, su 3.490 pazienti ne morirono 176 (pari al 5%) e l’anno successivo la percentuale si attesterà intorno all’1%. Una diminuzione del 10% !
Sensazionale!
Lo sapevi?
Ignac fu il primo medico, ma non il primo, nel corso della storia a imporre l’obbligo di lavarsi le mani. Infatti circa 3000 anni prima di lui, il Dio degli ebrei (il padre di Gesù) comandò ai suoi servitori di “lavarsi le mani e i piedi”. Ciò è riportato nell’Antico Testamento in Esodo 30:21 che dice:
“Dovranno lavarsi le mani e i piedi per non morire; dovrà essere per loro una norma permanente, per lui e i suoi discendenti, di generazione in generazione”.
Ci vorranno molti anni però prima che la scoperta di Semmelweis venga accettata e applicata in modo generalizzato. La dimostrazione della contaminazione batterica fu data da Pasteur solo nel 1864.
Il medico Ignac comunque fu un grande esempio ponendo fine ad uno dei più grandi esempi di pregiudizio nei confronti di un uomo geniale.
La città di Budapest infatti nel 1894 gli eresse un monumento tombale e poi nel 1906 una statua, che successivamente sarebbe stata collocata davanti all’ospedale San Rocco, e infine gli intitolò la Clinica Ostetrica dell’Università.
Ignac Semmelweis si spense a Döbling, a Vienna nel 13 agosto 1865, e grazie a lui gli ospedali iniziarono a prendere sul serio l’importanza del lavarsi le mani, e come loro anche le famiglie e i bambini.