Abbiamo dovuto attendere 1 anno più del solito. 12 lunghi mesi di sofferenza mondiale hanno bloccato il mondo sportivo e non solo in una sorta di tunnel oscuro senza conoscere la via per uscirne. Ma il mondo ce l’ha fatta lo stesso, ed ora è arrivato il momento di tornare grandi.
Il campionato europeo di calcio 2020 quindi, non è pronto a festeggiare solo il suo 60° anniversario dalla nascita, ma anche il ritorno alla normalità.
È perciò un torneo speciale, con 24 squadre che dall’11 giugno all’11 luglio si affronteranno in undici città diverse, fino alla finale di Londra. È appunto un evento itinerante, che per festeggiare in grande è ospitato da 11 Stati differenti.
PRIMO TURNO
Il via alla manifestazione estiva è stato dato l’11 giugno a Roma dalla partita tra Italia e Turchia. Subito forti emozioni in campo e fuori dal campo. Il ritorno del pubblico dopo un anno e mezzo è sicuramente l’aspetto più entusiasmante di tutto il torneo. Quegli stadi vuoti e silenziosi per troppo tempo, tornano a trasformarsi in arene cariche di passione e amore verso la propria nazionale, ancora più forte dopo la pandemia. Anche in campo però non mancano le emozioni, a partire dalla netta vittoria per 3-0 degli azzurri. Oltre alla nostra nazionale hanno mostrato subito il loro potenziale anche le altre squadre tra le favorite per la vittoria finale. I campioni in carica del Portogallo, dopo le difficoltà incontrate, si sbloccano nei minuti finali portando a casa un bel 3-0, stesso risultato anche per il Belgio. Meno appariscenti ma comunque vincenti anche Francia e Inghilterra.
Tra le favorite invece faticano la Spagna, fermata sullo 0-0 dall’Ucraina e la Germania, sconfitta dalla stessa Francia.
GRANDI SPAVENTI E DISCUSSIONI
In soli cinque giorni di gioco, questi Europei sono stati già una montagna russa di emozioni. A grandi momenti di passione, si sono succeduti attimi di grande paura, senza far mancare le discussioni.
Le ore più critiche di tutta la settimana sono state sicuramente quelle in seguito al malore di Christian Eriksen. Il centrocampista di Danimarca e Inter ha vissuto uno scioccante svenimento in campo, che ha fatto temere a molti il peggio. Solo la grande abilità e prontezza dei compagni e dei sanitari hanno evitato la tragedia.
Sempre sul campo si è vissuta un’altra scena spiacevole. Il calciatore austriaco Arnautovic è stato infatti protagonista di una deplorevole vicenda di insulti contro un avversario macedone, non solo personali ma anche con riferimenti antialbanesi. Vicenda non passata inosservata dalla Uefa che squalifica il giocatore per il match successivo.
Non solo il campo però ha visto accadere eventi negativi, ma anche le tribune. Anche il match tra Inghilterra e Croazia ha purtroppo dovuto assistere ad un caso drammatico, in cui un tifoso inglese è caduto dagli spalti di Wembley, finendo in gravi condizioni all’ospedale.
OLTRE IL CALCIO
Le vicende negative hanno già preso troppo spazio nella competizione, e si spera che d’ora in poi solo le cose positive accompagneranno lo spettacolo del calcio. Infatti, non solo di calcio si tratta.
Questo Europeo deve essere il simbolo della rinascita e della riapertura. La scelta di spostarsi tra undici Paesi deve essere vista come la possibilità finalmente di poter viaggiare e potersi spostare. Tifosi che tornano a seguire la loro nazionale in tutta Europa e dare la carica necessaria.
Inoltre, Euro 2020 è la continuazione di quell’unione nazionale di cui il primo lockdown aveva dato prova. Il ritrovo di migliaia di tifosi negli stadi, nei bar e nelle strade ha fatto dimenticare dopo mesi di sofferenza quello che abbiamo passato e che stiamo cercando di superare tutti uniti fin dall’inizio.
E questo deve essere ciò che ci accompagnerà in questo mese. Il calcio per una volta da fine diventa mezzo, quel mezzo attraverso il quale intere popolazioni si risollevano da una situazione difficile verso un futuro di felicità e coesione.