Quando ancora si poteva uscire la sera tardi, mi è capitato di camminare in corso Vittorio verso Porta Nuova da sola. Era estate, faceva caldissimo e dovevo incontrare i miei amici per bere una cosa in San Salvario. Un taxi che andava nella mia direzione rallenta, sterza tutto a destra, verso il marciapiede, dove ci sono io. Il tassista, un uomo sulla cinquantina, mi grida ‘’ Bella, sali che ci divertiamo’’. Alzo il terzo dito. Ribatte insultandomi e riparte. Il mattino dopo, a casa, ancora amareggiata, raccontavo l’accaduto a mio padre. ‘’Sono veramente stufa di essere femmina’’ – sbotto ad un certo punto. ‘’ Ma come Marta, proprio nel secolo delle donne?’’- mi risponde.
Figlie
Nel mondo ricco, nell’Occidente moderno (ed è bene specificarlo, perché non ovunque è così) non è mai stato così unico essere un’adolescente, una giovane donna. La generazione delle nostre mamme (per non parlare di quella delle nonne), è stata cresciuta secondo un’educazione basata sulla contrapposizione rispetto quella dei coetanei maschi. Loro possono essere pestiferi ed immaturi, ma voi figlie mie, testa sul collo e comportatevi bene, non sedetevi con le gambe aperte, quello lo possono fare solo i ragazzi. A distanza di anni, c’è stata un’inversione di rotta (seppur non ancora capillarmente diffusa) nell’educazione dei bambini. Anche il mondo del marketing è cambiato di conseguenza. Nella vendita di articoli infantili l’autore di ‘Marketing per bambini e teen’, Axel Dammler, afferma che le ragazze sono ormai interessate a tutto che quasi non ha più senso fare pubblicità distinte per loro. Gli interessi dei maschi, invece, non si sono modificati nel tempo. I passi avanti si vedono quando pensiamo che negli anni ‘70 i genitori negli Stati Uniti spendevano di più se avevano figli maschi e meno per le femmine. Secondo uno studio della New York University di Abu Dabi condotto da Sabino Kornrich, questo fenomeno è scomparso e, anzi, la tendenza si è quasi invertita. Avere figlie, inoltre, secondo alcuni studi, sembra influire sulle decisioni di politici e dirigenti. Per esempio, un dirigente con una figlia femmina assumerebbe, con maggior probabilità, una donna nel proprio consiglio di amministrazione. Insomma, il vecchio detto propiziatorio ai neo sposi verrà, con tutta probabilità, sostituito in: ’’Auguri e figlie femmine’’.
Corpo politico
Si annunciano rallentamenti e ingorghi sulla strada per la riappropriazione dei corpi femminili. Ma diamo prima dei numeri: negli Stati Uniti più della metà delle ragazze di età compresa tra i 10 e i 19 anni ritiene che la società apprezzi, delle donne, al primo posto, la bellezza. E 7 ragazze su 10 tra i 14 e i 19 anni si sentono percepite come oggetti sessuali. Con queste ottime premesse possiamo operare una breve riflessione su questi corpi così sindacati. Nell’ultimo anno abbiamo imparato sulla nostra pelle quanto il coprifuoco sia fastidioso e privativo. La parlamentare Jenny Jones con una proposta provocatoria ha fatto indignare mezza Inghilterra: coprifuoco per gli uomini dopo le sei, così le donne si sentirebbero più al sicuro. La frase era chiaramente ironica, dato che nessuno sano di mente si sognerebbe di imporre un coprifuoco tanto scellerato. Anche perché secondo le statistiche la maggior parte dei femminicidi avviene tra le mura domestica per opera del partner, è più raro (ma capita comunque troppo spesso) che uno sconosciuto in luoghi pubblici commetta un omicidio di genere. La frase in questione è dettata dall’indignazione per l’ennesimo femminicidio, nel caso specifico, la vittima si chiama Sarah Everard e il suo caso è diventato un simbolo della necessità di un cambiamento. Sgomento e sdegno sui volti di milioni di persone. Espressioni che però tardano a manifestarsi quando, invece, accettiamo tacitamente il coprifuoco non legale ma sociale che viene imposto alle donne. Perché la notte (ma anche la sera) se una donna cammina da sola per strada non può mai totalmente rilassarsi. E quindi teniamo le chiavi tra le nocche, prediligiamo scarpe comode per poter camminare più in fretta, corriamo nei tratti bui guardandoci indietro di tanto in tanto, ci vestiamo più accollate, il dito è sempre pronto per schiacciare ‘’chiamata d’emergenza’’. Insomma, sentiamo di doverci adattare in reazione alla violenza perché spesso veniamo colpevolizzate per come siamo vestite, per come ci comportiamo, per l’ora in cui torniamo a casa, quante volte ci siamo sentite dire: ‘‘Passando proprio in quella zona malfamata della città se l’è proprio cercata’’. Ultimamente ho visto molti post su Instagram con la frase ‘’ Protect your daughter, Educate your son’’, che riassume perfettamente come bisognerebbe comportarsi. Sempre su Instagram, dove l’attivismo femminista va forte, un post della blogger femminista Carlotta Vagnoli mi aveva molto colpita qualche tempo fa. Vagnoli aveva chiesto, ad un gruppo di ragazze, di rispondere alla domanda ‘’Cosa faresti se la società fosse paritaria per 24 ore?’’. Le risposte sono un pugno nello stomaco. Tra le più quotate troviamo vestirsi come si vuole senza subire molestie, viaggiare in solitaria, camminare di notte senza paura. Ora, tutti quelli che si sono indignati e hanno gridato allo scandalo per la frase di Jones potrebbero, con un tuffo nella propria coscienza, soffermarsi a pensare quanto siano offensive certe politiche che controllano il corpo delle donne e come sia tutt’altro che piacevole dover adattare il proprio atteggiamento in risposta alla violenza.
Conclusioni
In conclusione, la strada che stiamo prendendo va nel verso giusto e secondo me soprattutto le generazioni future riusciranno ad arginare il gender gap che hanno ereditato. Lungi da me lanciare un ‘’j’accuse’’ contro categorie particolari. Questo articolo vuole solo soffermarsi su riflessioni che credo sia doveroso fare per migliorare una situazione che lo necessita. Credo, però, che debbano essere riflessioni e lotte quelle per la parità di genere che vadano condotte collettivamente, in una sinergia di uomini e donne, tramite l’educazione nel lungo periodo e politiche e leggi nel breve periodo.’’ Not all men’’ gridano gli uomini che si sentono tacciati di essere tutti stupratori e porci, ma in questo frangente, invece, abbiamo bisogno di all men.