Un tweet al giorno: ecco l’impegno di Pippo Civati, professione politico, per la liberazione di Silvia Romano. Sembra inutile? Sembra poco? A me, onestamente, sembra lodevole.
Con #SilviaRomano e con i suoi cari, per non perdere la speranza. Giorno dopo giorno, fino alla sua liberazione.
Lo scriveva l’8 maggio Pippo Civati, su twitter. Utilizzando i 140 caratteri a sua disposizione, ogni giorno, il leader di Possibile dedicava un pensiero alla ragazza rapita mentre svolgeva attività di volontariato in Kenya.
Diciotto mesi di rapimento: per darvi un’idea, c’era ancora il governo gialloverde, Renzi era ancora nel PD, Bolsonaro non era ancora stato eletto e in Italia tenevano banco le lotte fra Salvini e le ONG. Sembra un’era fa: pensate passare questo tempo in prigionia.
La vicenda, di cui Silvia si è ritrovata involontariamente protagonista, ha dato ovviamente spazio alle polemiche – anche se in questo caso è più corretto parlare di indecenze. “Perché non è rimasta ad aiutare gli italiani?”, “Quanto ci è costato il rapimento'”, “La prossima volta ci pensa due volte prima di andare laggiù”, e via dicendo. I commenti, soprattutto in una certa area politica, sono stati inaccettabili.
In mezzo a tante oscenità, poche figure pubbliche si sono contraddistinte. I primi che mi vengono in mente – non me ne vogliano gli altri, è solo una questione di algoritmo – sono Claudio Marchisio e Paolo Celata.
E poi colui che mi ha spinto a scrivere questo post: GIuseppe Civati, detto Pippo. Politico promettente, ma che ha sempre raccolto poco. Dal suo account Twitter, ogni giorno, un tweet per Silvia Romano. Per non dimenticarla.
Come ogni giorno il primo pensiero è dedicato a #SilviaRomano. E il messaggio è quello che speravo di poter scrivere, ogni mattina, in questi mesi di preoccupazione e di speranza: Silvia Romano è finalmente libera!
Ieri, ricevuta la notizia, scrive queste parole. Il mondo sarebbe un posto migliore, se ci fossero più Pippo Civati.