Negli ultimi giorni è tornata all’ordine del giorno una delle annose questioni di politica industriale italiana: l’Ilva di Taranto. Venerdì sera è stato inviato al governo il piano industriale di AM InvestCo – la società veicolo con cui ArcelorMittal ha effettuato l’operazione Ilva nel 2018. Il piano prevede un forte ridimensionamento degli obiettivi produttivi e occupazionali di Ilva. Pertanto le reazioni sono state di protesta, da parte del governo e soprattutto dei sindacati. Questi ultimi in particolare hanno indetto uno sciopero nella giornata di martedì.
L’Ilva di Taranto e i problemi ambientali
Facciamo un brevissimo riassunto della vicenda Ilva. Nel 2012 gli stabilimenti erano stati sequestrati nell’ambito di procedimenti giudiziari per reati ambientali e di inquinamento. Il governo aveva aperto una vendita internazionale, terminata nel novembre 2018 con il passaggio di Ilva a AM Investco. Nodo centrale dell’accordo, come si sa, era lo scudo dalla responsabilità amministrativa e penale per le condotte tenute in attuazione del piano industriale del 2018. Ma ad aprile 2019, il governo Conte I – e in particolare la manina di Di Maio – ha eliminato tale scudo penale, bollandolo come inutile favore ad ArcelorMittal; la risposta dell’azienda è stata una richiesta di recesso dal contratto Ilva a novembre 2019. Seguono trattative serrate fino a marzo 2020, quando arriva la firma un accordo che mette fine al contenzioso. L’accordo dispone la preparazione di un nuovo piano industriale, assai ridimensionato rispetto a quello del 2018.
Innanzitutto, da un punto di vista occupazionale, il calo della produzione prevista a piano determina un totale di 3300 esuberi. Il governo ha promesso di dare battaglia per tutelare i posti di lavoro: la verità è che la crisi da Covid-19 ha determinato una diminuzione fortissima nel mercato dell’acciaio, già da tempo in contrazione. A che potranno servire i proclami del governo a cambiare la situazione? Evitiamo previsioni. Crediamo però che un punto importante di negoziazione sarà l’impatto ambientale. Forse, in cambio di maggiori garanzie sull’ambientalizzazione dell’Ilva di Taranto, il governo potrebbe cedere sulla questione esuberi. Ecologia in cambio di sicurezza sociale: voi sareste d’accordo?
L’articolo è stato scritto da Rugabella: se vuoi leggere il loro articolo su Uber Eats clicca qui.