Dal nostro ultimo articolo su Immuni, app che servirà a tracciare i contatti durante la Fase 2, è successo di tutto. Dai dubbi sulla privacy al decreto dedicato, fino al lancio delle fatidiche API di Apple e Google. In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul funzionamento e sulle novità introdotte nelle ultime settimane.
Come funziona l’app?
L’app, che arriverà entro fine maggio, funzionerà così:
- Si scarica l’app dal proprio store, ovvero Google Play Store (quindi restano esclusi i dispositivi Huawei distribuiti dopo l’inserimento, da parte di Trump, dell’azienda nella lista nera americana) o App Store e, successivamente, si accende il Bluetooth (ribadisco, l’app non chiederà nessun dato, neanche il numero di telefono).
- Quando saremo liberi di uscire, l’app cercherà, attraverso il BLE (Bluetooth Low Energy) i dispositivi nelle vicinanze. Anche quest’ultimi dovranno avere l’app attiva e il Bluetooth acceso.
- Se ci avviciniamo troppo ad un dispositivo per un tempo prestabilito, l’app registra il contatto. Come? Ogni smartphone genera un codice ID anonimo e crittografato che cambia ogni 15/20 minuti. Quando viene registrato il contatto, i due dispositivi si scambiano, sempre tramite Bluetooth, l’ID e successivamente viene tenuto in archivio per un periodo di circa 14 giorni.
- Se un paziente risultato positivo possiede l’app, riceverà un codice da parte delle autorità sanitarie da inserire in app. Questo codice servirà per “sbloccare” l’archivio e caricarlo su server.
- In seguito al caricamento degli ID incontrati, un algoritmo determinerà un “fattore di rischio” in base alla distanza dal positivo e al tempo trascorso vicino a lui.
- Diverse volte al giorno la nostra app scaricherà la lista degli ID positivi dal server e controllerà se ci sono corrispondenze con gli ID incontrati. In caso positivo arriverà una notifica (non un SMS) che ci dirà cosa fare (in base al fattore di rischio calcolato).
Facciamo un semplice esempio:
A e B scaricano l’app e la attivano. A inizia a girare per la città e incontra B, l’app quindi rileva il loro incontro. Due giorni dopo B risulta positivo al Covid e carica sul server (tramite il codice a lui fornito) gli ID incontrati. Nel mentre l’app di A scarica la lista degli ID positivi e… vede una corrispondenza. A questo punto A riceve una notifica con le istruzioni su come proseguire. And that’s it.
A fine articolo trovate comunque un fumetto molto semplice che illustra il funzionamento delle app di Contact Tracing, e quindi di Immuni.
Quindi la privacy? È a rischio?
No, non è a rischio. Non verranno tracciati i nostri movimenti, ma solo i contatti. Ecco perché è stata scelta la tecnologia Bluetooth, che funziona anche all’interno degli edifici a differenza del GPS. Inoltre, da quanto abbiamo appreso, l’app Immuni non chiederà nessun tipo di dato personale (nemmeno il numero di telefono, infatti viene inviata una notifica e non un SMS) e, in base alle caratteristiche delle API prodotte da Google e Apple, l’ID verrà crittografato sul dispositivo. L’unico che potrà decrittografarlo è il Ministero, che sarà in possesso della chiave. È garantito anche l’anonimato. Nessuno, neanche il ministero o i soggetti entrati in contatto con un positivo, saprà a chi appartiene l’ID.
A supporto arrivano le API Apple e Google

La schermata delle impostazioni iOS
Come annunciato poche settimane fa, le API (Application Programming Interface) sono state rese disponibili in versione beta. Questa soluzione sviluppata da Apple e Google ha lo scopo di potenziare il Bluetooth e avere una comunicazione migliore tra i dispositivi iOS e Android.
La versione definitiva arriverà a metà maggio. In particolare: per gli utenti iOS arriverà un aggiornamento software, mentre per i dispositivi Android arriverà un aggiornamento di Google Play Services (anche qui sono esclusi i dispositivi Huawei, sempre per la problematica riportata a inizio articolo).
Il decreto legge sull’app: cosa prevede?
Nella serata del 29 aprile è stato approvato il decreto legge riguardante l’app Immuni e la privacy degli utenti.
Si parte col dire che il server sarà gestito dal Ministero della Salute “al solo fine di rintracciare le persone che siano entrate in contatto con soggetti positivi e tutelarne la salute.” La piattaforma sarà realizzata “esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico.”
Saranno raccolti solo i dati necessari “ad avvisare gli utenti di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al Covid-19, individuati secondo criteri stabiliti dal ministero della Salute” e il tracciamento dovrà basarsi sul “trattamento di dati di prossimità dei dispositivi resi anonimi oppure, dove non sia possibile, pseudonimizzati.”
Come annunciato pochi giorni fa da Conte, il mancato utilizzo dell’applicazione “non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati.”
In base a quanto dichiarato nel decreto, il trattamento dei dati e l’utilizzo dell’app Immuni verranno interrotti a fine emergenza e i dati raccolti saranno cancellati entro e non oltre il 31 dicembre 2020.
Per il momento è tutto, ovviamente continueremo ad aggiornarvi. Vi ricordiamo che le informazioni riportate potrebbero cambiare nei prossimi giorni.
Se avete dubbi potete scrivere un commento e cercheremo di rispondere.
Tanti baci e tanti abbracci, io vi aspetto al prossimo articolo.
Fonti: Twitter Sky TG 24, agendadigitale.eu
Si ringrazia DDay.it per il fumetto
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