Mi chiamo Giorgio, ho 22 anni e devo ammettere che la vita mi ha sempre donato più di quanto avrei potuto desiderare. Eppure in questi mesi sto provando rancore, paura e rabbia al tempo stesso.
Mi ripeto, giorno dopo giorno, che devo sforzarmi a canalizzare la rabbia in qualcosa di costruttivo, per far sì che l’energia dei miei ventidue anni sia devoluta esclusivamente a creare bellezza: in fondo, la vita non ha un senso se non quello di circondarsi del bello.
In una delle mie solite notti insonni, sto seguendo con estrema tristezza i post che stanno spopolando sui social: le città in cui voglio trascorrere la mia esistenza, la mia Torino e la mia Milano, sono in preda ad atti distruttivi che non semineranno altro se non una pandemia di odio e distruzione. Per la prima volta in questi ventidue anni è bastato un video a farmi commuovere e non ho paura di mostrarlo apertamente perché non voglio rimanere indifferente a tutto questo.
Nei momenti di difficoltà come quello che dovremo vivere nei prossimi mesi, bisogna avere la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare e il coraggio di cambiare le cose che possiamo e la saggezza per conoscerne la differenza.
La devastazione non è la soluzione alla crisi che stiamo vivendo. La devastazione e il disordine non possono che creare ancor più disagio nel Paese che tutti insieme dovremo traghettare fuori da questa crisi.
Siamo la generazione della crisi economica, della crisi climatica e della pandemia globale. Abbiamo ricevuto in dote un mondo sull’orlo del baratro, un mondo messo ancora più in ginocchio da questa pandemia.
Oggi ci si focalizza sul salvare i nostri nonni e i nostri genitori da questo virus. Tuttavia il problema ancora più grande sarà il dover ricostruire il Paese in cui dovremo vivere: dobbiamo pensare alle conseguenze dei nostri gesti. Dobbiamo lasciare ai nostri figli un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto dai nostri genitori: per questo non possiamo permetterci di esprimere le nostre paure con violenza e odio.
Tutto ciò che stanotte abbiamo distrutto protestando andrà ricostruito insieme, fianco a fianco.
“Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura. I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l’un l’altro, perché nella storia di ogni pianta c’è la crescita della Terra intera”.
L’unica ancora di salvezza per non cadere nel caos è coltivare, anche in questi momenti bui, il nostro Paese, cercando ognuno di fare la sua parte. Mettiamoci all’opera creando bellezza nel nostro lavoro, bellezza nei nostri studi e in generale bellezza nella nostra quotidianità. Siamo l’unica speranza per questo mondo e per le nostre famiglie: dobbiamo avere questa convinzione salda nella mente. Solo noi avremo le energie per gettare le fondamenta di un mondo diverso, ma dobbiamo farlo insieme, costruttivamente, presentando i problemi e portando soluzioni, insieme.
Tutti coloro che come me sono nati con qualche fortuna di troppo, si ricordino che più di chiunque altro dobbiamo fare la nostra parte senza tirarci indietro: abbiamo un debito verso il mondo e questa è l’occasione di ricambiare il dono che abbiamo ricevuto. In questi momenti, se toccherà fare la nostra parte non possiamo tirarci indietro: è così che potremo dire un semplice “ti voglio bene” a tutte le persone vicine a noi.
Se sei arrivato fino alla fine di questo monologo e ti ritrovi in queste parole, aiutaci a condividere questo messaggio: solo insieme possiamo combattere l’odio.
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Articolo scritto da Giorgio Morelli, CEO di WeStudentsApp. WeGather è una redazione aperta: se vuoi scrivere per noi, contattaci alla mail [email protected] o su Instagram, a @wegather.it