Le Nazioni Unite hanno votato sotto commissione per inserire la marijuana tra i farmaci a uso medico e toglierla dalla lista dei narcotici, tra cui ad esempio figurano ancora eroina e cocaina.
La decisione presa in questo mese è stata assunta allo scopo di non associare più la cannabis alla lista delle droghe più pericolose del mondo e spianare la strada alla ricerca di questa erba per benefici e scopi medici.
Cosa prevede la decisione
La commissione per i narcotici di Vienna ha considerato una serie di prove fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle sue proprietà curative. Il fulcro dell’attenzione per l’OMS era quello di rimuovere dalla schedatura IV delle droghe questa sostanza, messa insieme ingiustamente a droghe decisamente più nocive e con pericolo di dipendenza.
La decisione non avrà grossi cambiamenti sui controlli internazionali governativi, poiché ogni Stato detiene la decisione riguardo la giurisdizione se giudicare illegale o meno la marijuana. Ma molti Stati membri si sono dimostrati pronti ad ascoltare i pareri medici al riguardo e avere più indicazioni per cambiare la legge sulle droghe, ormai piuttosto datata. La prima convenzione internazionale sulle droghe risale al 1961.
Le opinioni a riguardo
Zemouli, ricercatore indipendente a capo della commissione, la vede come una vittoria giacché la cannabis era già stata usata in passato in maniera positiva per la medicina. Ma il proibizionismo aveva reso i progressi sulla ricerca molto più lenti e difficili. La decisione può aiutare la ricerca di nuove cure e un processo di legalizzazione più sciolto per tutti gli Stati che lo desiderano.
La marijuana come farmaco è spopolata specialmente negli ultimi anni. Anche grazie alla diffusione in commercio di cannabinoidi non tossici come il CBD. Il mercato dell’erba “legale” e del CBD pare che potrà valere per gli investitori almeno 16 miliardi nel 2025.
Molte ricerche hanno mostrato come i cannabinoidi possano proteggere il sistema nervoso centrale e dare sollievo in caso di dolori cronici, ansia, stress e infiammazioni. Un caso noto e ormai usuale è per dare sollievo ai malati di glaucoma.
La lista di prodotti a base di CBD (oli, cere, radici, acqua, ecc…) sta rapidamente crescendo. Un primo suggerimento a questa declassazione era già stato dato dall’OMS nel 2019, ma fu controverso. Ora i voti favorevoli in commissione sono stati 27 su 53, astenuta l’Ucraina. A votare contro Cina e Russia.
Il delegato della Cina, in particolare, ha dichiarato che il suo Stato “combatterà duramente per il controllo e per evitare l’abuso.”
Il delegato generale ONU sottolinea invece che la decisione è stata prima di tutto presa per le prove mediche positive. In ogni caso, non saranno tollerati l’abuso e lo spaccio a sostegno della criminalità organizzata. Si auspica comunque una via verso usi positivi e legalizzati.
Michael Krawitz, voce di un gruppo di avvocati veterani americani, ripete che la legge va cambiata. L’erba aiuta ad alleviare le sofferenze di milioni di persone e può ridurre l’uso degli oppiacei.
E i lati negativi?
Questo è sicuramente uno dei punti critici. La cannabis può essere effettivamente un ottimo sostituto ad antidolorifici potentissimi e a rischio dipendenza. Come morfina e vari derivati. Ma è un campo ancora da testare a fondo. E soprattutto le aziende farmaceutiche sembrano remare contro.
Essendo una pianta, potrebbe potenzialmente accadere che qualunque negozio di quelli già esistenti sarebbe in grado di vendere un farmaco. Chiunque potrebbe averla a casa. E per le industrie farmaceutiche sarebbe un danno economico. Oltre che storcere il naso, su sostanze naturali a cui può sfuggire il controllo e sottolineando la necessità di fornire prescrizioni precise.
Dove la legalizzazione già c’è
In ogni caso, Colorado, Oregon, sono stati precursori che ci hanno insegnato molto. Negli Stati Uniti già da anni esiste la legalizzazione in molti Stati e questo provoca anche un vantaggio economico. 34 miliardi di dollari stimati per il 2025 negli States solo dalla vendita di cannabis a scopo medico o ricreativo.
A parte il fattore economico, tutto questo aiuta sicuramente ad aprire nuovi orizzonti su possibili risvolti medici. Cure migliori e meno tossiche per il corpo. Come dice Miss Steinberg: “La legalizzazione prima o poi toccherà tutti per un motivo o un altro”.