Si chiama Kaylen Ward ed è una modella e influencer americana. Qualche giorno fa, sconvolta dalle foto degli incendi, ha deciso di intervenire. Nella maniera più originale possibile. Ha infatti promesso di inviare foto senza veli a chi le dimostrasse di aver donato almeno 10$ per la causa australiana. Inutile dire il successo che la campagna ha avuto. Centinaia di migliaia di dollari raccolti e un concreto aiuto alla lotta contro le fiamme.
E qui, però, si spacca l’opinione pubblica. C’è chi gioisce per qualcuno che utilizza il proprio corpo per fini non solo egoistici, e chi invece critica questo approccio, in quanto lesivo della dignità della donna.
Innanzitutto bisogna mettere da parte la ragione che l’ha spinta a esporsi, e parlare della questione etico-sociale. Senza dubbio, nel campo dell’esibizione del corpo e della sua strumentalizzazione, c’è una netta sproporzione verso il mondo femminile. Ogni modello uomo ce ne sono dieci donne, e i nudes maschili sono quantomeno rari.
Si può parlare di libera scelta da parte di Kaylen? Era davvero libera quando ha deciso di mostrarsi senza veli? Mah.
Certo nel momento della decisione non ha avuto altra forzatura che quella della sua coscienza, che ha voluto agire per ragioni ambientali. E fin qui ci sta. Il punto è che non bisogna dimenticarsi dell’influenza che la società ha avuto su di lei. Influenza non quantificabile ovviamente, ma che sicuramente ha esercitato un qualche tipo di influenza.
V’è libera scelta se si è bombardati continuamente da foto di perfezioni fisiche, indicate come modelli e perciò come obiettivi da raggiungere? Si è davvero liberi se il proprio corpo e le proprie azioni nascono per piacere a un pubblico maschile, che la società vede come unico incaricato di prendere le decisioni?
Secondo me, no. O almeno non del tutto.
Ad ogni modo, grazie Kaylen per il tuo aiuto per l’Australia. Per il femminismo ci riproviamo un’altra volta.