Immagino che chiunque sappia cosa sta accadendo alla popolazione curda, nel Rojava. A farla breve, sapendo di essere riduttivo – non è questo il senso dell’articolo – e sperando di non cadere nella retorica, i curdi, storici e principali combattenti contro Daesh, sono ora attaccati dalla Turchia di Erdogan. L’obiettivo dichiarato di questa “azione di polizia” – espressione del dittatore – è di sopprimere i presunti terroristi. Definire tutti i curdi terroristi non è sbagliato, è volutamente falso. La classica disinformazione per giustificare una guerra. Noi italiani ne sappiamo qualcosa.
I curdi si sono visti costretti ad allearsi col nemico di un tempo, Assad, così da avere il supporto dell’esercito regolare siriano, ormai disastrato. La vera chiave, probabilmente, è un aiuto dai russi, molto presenti nell’area. Il problema si presenterà in seguito, alla fine delle ostilità. I siriani avranno infatti truppe presenti nel territorio occupato dai curdi, e non se ne andranno. Morirà dunque il sogno di una democrazia con valori simili a quelli occidentali – valori di cui voglio parlare – e il Rojava tornerà a essere territorio siriano.
I valori occidentali. Quei valori che ci invitano alla pietà, che ci portano a commuoverci di fronte alle crude immagini mostrate dai media. Valori che abbiamo ottenuto con decenni di – più o meno – democrazia, con il rispetto dei diritti umani, con l’educazione. Ma soprattutto, con la ricchezza e la pace.
Valori di cui siamo fieri, e che speriamo che anche gli altri abbiano. Ma che gli altri sembrano non avere. Vorremmo che non vi fosse più odio verso le etnie, che si cercasse di risolvere i problemi con la diplomazia. Ci piacerebbe che l’intero mondo fosse governato dalle democrazie, senza bombe o dittatori.
Ci piacerebbe davvero tanto, e quindi agiamo in tal senso. L’opinione pubblica si mobilita, con post, petizioni, manifestazioni, tutto quello che può fare. E i poteri pubblici rispondono. Convocando ambasciatori, interrompendo – alcuni – la vendita di armi, inviando dichiarazioni pubbliche.
Che poi, una soluzione ci sarebbe: un embargo vecchio stile. Solo che ci piace un sacco che Erdogan si tenga i migranti.