Margherita Vicario è una cantautrice nonché attrice romana. Alcuni di voi se la ricorderanno per il ruolo di Nina nei Cesaroni o magari per il più recente ruolo di Cinzia in ‘’Nero a metà’’ (li sento da qui i vostri “aah certo, ho capito chi è!“) o magari ancora, come me, l’avete conosciuta per la sua musica.
La sua prima canzone che ho ascoltato è stata Mandela: amore a primo ascolto. Ne sono entrata così in fissa che l’ho fatta poi ascoltare ad amici, genitori e parenti. Sicuramente anche la mia vicina di casa mi avrà sentito cantarla a squarciagola una o due volte. Cercando tra i commenti del video di YouTube chi come me fosse rimasto così colpito da questa canzone, mi sono imbattuta in un utente che scrive: “La sinistra italiana riparta da Margherita Vicario“.
E questo commento, dopo aver ascoltato il resto della discografia della cantautrice, mi ha dato l’ispirazione per questa mia riflessione. Dopo un sorriso neanche troppo tiepido mi sono accorta che, seppur con intenti goliardici, quella frase non era campata in aria. Il testo di Mandela tocca temi come l’immigrazione, l’integrazione e il monologo che precede la canzone su YouTube è pure un inno femminista.
Ma il meglio deve ancora venire: non c’è traccia di retorica! Una domanda sorge spontanea: ma perché la sinistra in Italia non si concentra abbastanza su questi argomenti e non opta per scelte più progressiste? Perché invece si scinde? (Abilità per cui lo stesso uranio-235 si è recentemente dichiarato ammirato). Queste domande portano alla più generale: come può vincere alle prossime elezioni? Radicalizzandosi.
Credo che a questo punto o abbiate smesso di leggere o mi immaginiate come una specie di pazza che colleziona fermacarte a forma di bombe a mano. Spero in nessuna delle due opzioni. Per radicalizzarsi, intendo parlare e concentrarsi su temi come femminismo, ecologia, immigrazione e scuola avendo delle posizioni decise, oculate e precise.
Dicendo questo, spero di parlare a nome di molti giovani che votano a sinistra perché è il meno peggio. Quanto sarebbe bello sentir parlare di una radicale svolta in senso ecologico, di immigrazione in termini di necessità nostra e non loro, di una riforma della scuola perché è questa che determina la crescita di un Paese o ancora di un’azione che miri a sanare il gender gap?
Per radicalizzarsi intendo assumere una linea comune che possibilmente non divida la stessa sinistra. Quello che intendo è radicalizzarsi al fine di unirsi in una strategia comune per combattere le fake news, l’ignoranza e il demagogismo dei partiti populisti. Inoltre, non credo che evitare il confronto con chi ha pensieri diametralmente opposti ai nostri sia la soluzione. Anzi, questo crea un fenomeno chiamato echo chamber che invece aliena dalla realtà.
Ma andiamo con ordine, e torniamo a Margherita Vicario.
Sorridi Mandela che questo è il tuo posto
L’immigrazione è spesso trattata come la peggiore delle sciagure che ci possa capitare, quando sicuramente è più una sciagura per chi arriva in un posto in cui alcuni la pensano così. Riporto di seguito un estratto del testo di Mandela che ben riassume il messaggio della canzone:
Manila, Praga, Tirana, prendi la metro, scendi a L’Avana
Sorridi Mandela che questo è il tuo posto
Messina, Guadalajara, dal Vaticano fino ad Ankara
Sorridi Mandela che questo è il tuo posto
Pechino, Lima, Lubjiana, da Gioia Tauro vai in Guatemala
Sorridi Mandela che questo è il tuo posto
Brasilia, Copacabana, ceni a Milano dormi a Tijuana
Sorridi Mandela che questo è il tuo posto.
Parole che auspicano un mondo in cui i pregiudizi razziali sono dimenticati e in cui non abbiano più voce i politici spregiudicati che scelgono con cura algoritmica i bersagli che sono (presumibilmente) più efficaci per arraffare qualche voto alle prossime elezioni, ben sapendo che il problema è più complicato di uno slogan.
Certo il rompicapo dell’immigrazione è di difficile soluzione: la globalizzazione, il cambiamento climatico e le guerre spingono verso i paesi più ricchi masse di diseredati che cercano di realizzare il sogno di una sopravvivenza almeno dignitosa. Vite che ci ricordano ogni giorno quanto siamo stati privilegiati a nascere in questa parte del mondo.
La matrona e Romeo
Di femminismo, fortunatamente, negli ultimi anni se ne parla sempre di più. Soprattutto su internet, soprattutto i giovani di cui la maggior parte è molto competente in materia. Di femminismo, Margherita Vicario ne scrive soprattutto in La matrona e in Romeo.
La prima dice: Una bella palestra una pizza indigesta / Un po’ di fortuna una bella influenza / Faranno asciugar tutto quello che resta. Il testo prosegue con una serie di esempi che snocciola gli stereotipi più beceri che la società ha imposto alle donne. L’obiettivo di una donna è solo quello di piacere agli uomini e, infatti, la canzone si conclude con un bel Abbi me come guru gli altri tutti affanculo.
Romeo è invece immersa in un’atmosfera cupa e si occupa, partendo dalla tragedia Romeo e Giulietta, a cui accenna continuamente, di femminicidio. Il verso che riassume il messaggio della canzone è: solo d’amore non si muore. Al contrario dei due amanti dell’opera shakespeariana, nella vita reale non si muore d’amore, perché le morti passionali sono dovute solo alla rabbia, all’odio e all’ignoranza.
Tutti questi temi sono complessi, ed è impossibile trattarli in un testo così breve. Vi invito infatti a leggere ed ascoltare i testi di Margherita, che si spiegano già da soli meglio di qualsiasi mia prosa. Con questo migliaio di parole forse non cambierà nulla, o magari nessuno neanche le leggerà (oppure le leggerà e si troverà completamente in disaccordo).
Non è mia intenzione appiattire argomenti la cui complessità è al di fuori della mia portata e le cui sottotrame si intrecciano a quelle di tantissimi altri temi che toccano altrettanti paesi. Se fosse tutto così semplice come scriverle, certe cose. Ma quanta soddisfazione in più si avrebbe mettendole in pratica?