Hatha, Ashtanga, Yin, Iyengar, Vinyasa, Kundalini e persino del sigaro e della risata. Lo yoga, pratica indiana secolare, è ormai entrato a far parte della vasta gamma di discipline fruibili in tutto il mondo “occidentale”. Esotica ed affascinante, potreste innamorarvi di questa benefica arte dall’antica storia e dalle improbabili posizioni per le quali basta disporre solamente di un ambiente tranquillo e un tappetino.
A pari passo con la diffusione di questa disciplina in tutto il mondo, nello yoga moderno si sono delineate diverse variabili che possono essere abbracciate in base alle esigenze del praticante, in alcune sfumature ormai “occidentalizzate” e distanti dalla valenza filosofica e spirituale indiana originale, pullulante di storia che varrebbe davvero la pena di conoscere qualora si fosse intenzionati ad intraprendere questa disciplina.
Certamente, questa antichissima pratica ascetica ha compiuto un’evoluzione per giungere alla sua forma moderna che oggi conosciamo e che anche voi state per scoprire.
L’origine del termine yoga
Il termine yoga deriva dal sanscrito योग che significa “unione”. Nella filosofia indiana lo yoga, appunto, unisce in sé la spiritualità, l’energia cosmica con il corpo e la mente.
Nella sua forma classica lo yoga è codificato nei योगसूत्र, gli “yogasutra” di Patañjali. Nel IV secolo, il filosofo indiano codificò la tradizione yoga, fino a quel momento tramandata oralmente di yogi in discepolo, dello अष्टाङ्गयोग, lo “yoga delle otto membra”, chiamato così perché fondato su otto elementi: posizioni (āsana), astensioni (yama), precetti (niyama), controllo del respiro (prāṇāyāma), ascesa dei sensi (pratyāhāra), concentrazione (dhāraṇā), meditazione profonda (dhyāna) e conoscenza di sé (samādhi).
Il primo yogi: la leggenda della creazione dello yoga
Lo yogi è colui che pratica la disciplina dello yoga o, nelle religioni indiane, colui che pratica la meditazione con una connotazione più religioso-spirituale. Secondo la leggenda indiana fondante dello yoga, il primo yogi non fu né un umano né un dio, ma un pesciolino rosso.
La leggenda narra che un giorno un pesciolino rosso, senza farsi notare, si mise in ascolto delle parole del dio Shiva intento a rivelare tutti i segreti dello yoga alla sua sposa Parvati. I due dei si accorsero della presenza del piccolo ascoltatore, ma ormai era troppo tardi. Il pesciolino si era già dileguato e con lui tutti i segreti della disciplina divina. Nuotando lontano in un fiume, il pesciolino sperimentò le tappe del processo evolutivo dello yoga che egli aveva rubato agli dei, trasformandosi alla fine del suo viaggio in un umano e trasmettendo così le sue conoscenze agli uomini.
La vera storia dello yoga: le origini
Come tutte le tradizioni così antiche, lo yoga veniva tramandato oralmente fino al momento in cui si decise di codificarne i precetti.
La prima tappa della codificazione risale al 5000 a.C., periodo a cui vengono fatti risalire i cocci e le tavolette ritrovate raffiguranti alcune posizioni yoga.
Successivamente, attorno al 3000 a.C., i cosiddetti उपनिषद, in hindi “Upaniṣhad”, poemi filosofici indiani scritti in sanscrito che esplorano la natura dell’anima umana, furono prodotti. È su questi antichissimi testi che possiamo trovare i primi insegnamenti più strutturati sullo yoga.
Anche nella भगवद्गीता, la “Bhagavad Gita” (il “canto del divino”) testo sacro induista estratto dal poema epico Mahābhārata, è spesso reperibile la parola yoga, intesa come una condotta di vita che guida verso la liberazione.
योगसूत्र: gli Yoga Sutras (“aforismi sullo yoga”)
È con questa opera, scritta intorno al 500 a.C. da Patañjali, che, per la prima volta nella storia dello yoga, tutta la conoscenza della disciplina venne messa per inscritto. Questo testo venne da quel momento considerato fondante in diverse scuole di pensiero induiste e in tutte le variabili della disciplina yoga.
Nei quattro diversi pada vengono descritti i concetti fondanti dello yoga. La congiunzione, dove la disciplina viene indicata come la via per il raggiungimento del samadi, lo stato di beatitudine e liberazione. La realizzazione, dove vengono spiegati gli otto petali che compongono il sentiero dello yoga a cui abbiamo già fatto cenno. I poteri, raggiunti attraverso la corretta pratica yoga. Infine, la separazione tra spirito e materia: il samadi.
La storia dello yoga moderno
Lo yoga moderno, specialmente quello diffuso in “Occidente”, con i suoi innumerevoli asana, si è sempre di più allontanato dalla sua dimensione mistico-spirituale originale, per diventare una pratica sempre più incentrata sulle posizioni attive del corpo, benefiche per la salute del praticante.
Tre furono gli yogi indiani a cui si attribuisce la paternità di questa evoluzione. Swami Kuvalayananda, Swami Sivananda e Krishnamacharya e Krishnamacharya. I loro discepoli, tra cui Indra Devi, prima importante presenza femminile nella storia dello yoga, hanno poi dato origine a nuove diramazioni dello yoga dalle quali hanno origine le più svariate pratiche moderne.
Ogni scuola presenta le proprie specificità e risponde alle varie esigenze degli aspiranti praticanti. Ne esistono così tante che citeremo qui solamente le più diffuse. L’Ashtanga yoga, la variante più fisica, il Bikram yoga, per eliminare le tossine, il Hatha yoga, forse il più diffuso, il Power Yoga, il più energico e dinamico, il Vinyasa yoga, delle posizioni, fino ai più originali come il Kundalini yoga, per esaltare l’energia sessuale e persino il Cigar yoga e lo yoga della risata.