Se chiedessimo agli studenti di indicare il periodo più atteso dell’anno, la maggior parte non avrebbe dubbi: le vacanze estive. Il sole, il mare, la montagna, le hit impresse nella testa. Certo, quest’anno saranno vacanze un po’ particolari, all’insegna delle precauzioni anti covid e di un divertimento ponderato. Ma sono pur sempre vacanze. Tanto belle quanto dannatamente brevi, soprattutto se, come diceva Einstein, il tempo è relativo. Solitamente le vacanze estive di uno studente si possono dividere in tre fasi. La prima è quella dell’entusiasmo iniziale: niente più pensieri, lo zaino abbandonato in un angolo buio della stanza, la nuova canzone di Enrique Iglesias che rimbomba nelle cuffie. Tocca poi alla seconda fase, la più bella: quella del relax e della serenità. Il corpo abbronzato comincia a scatenare l’invidia dello zio ancora senza ferie, ma tu, ripensando alle nottate passate a studiare il decadentismo italiano, sai dentro di te che sono vacanze meritate. Infine c’è la terza fase: quella della nostalgia.
La fase della nostalgia
Inutile negarlo, chi non è mai stato preso dal magone nel ricordare le risate a scuola con i compagni? Perché la scuola può anche essere dura e faticosa, ma viverla giorno dopo giorno insieme ai tuoi compagni la rende parte di te. Le (dis)avventure quotidiane, i tentativi di sfuggire all’interrogazione, i gruppi studio che finiscono con un aperitivo, le indimenticabili gite, i “filosofici” discorsi all’intervallo. Quest’anno però, come già detto, stiamo vivendo un periodo particolare. L’ambiente scolastico, per cause di forze maggiori, non lo si vive più da troppo tempo. E se anche le nuove tecnologie consentono di portare avanti il percorso didattico, si perde chiaramente quella magia che solo la scuola e il contatto quotidiano con i compagni e con i professori ti sanno dare. Noi di WeGather capiamo il momento e abbiamo deciso di rivivere con la mente le odisseiche avventure degli studenti a scuola.
Come non partire dal tanto discusso rapporto professore-studente. Da quello simpatico a quello austero, i professori sono comunque al centro della vita scolastica di un alunno. Abbiamo così deciso di raccogliere le richieste più assurde fatte dagli insegnanti agli studenti, quelle richieste che provocano ansie, paure, ma anche e soprattutto molte risate.
Il libro introvabile
La scuola è appena iniziata, hai già comprato tutti i libri presenti sulla lista e sei carico per il nuovo anno. Eppure il primo giorno i tuoi piani vengono già rovinati: il prof pretende un libro non presente nella lista e, a suo dire, indispensabile per il programma. Il tuo sogno di un anno scolastico liscio e tranquillo sembra infrangersi, ma tu sei carico e quest’anno ti sei ripromesso di partire bene. Torni a casa, prendi il pc e cerchi il libro: nulla, introvabile. Non demordi, non puoi mollare proprio all’inizio. Chiami le librerie, le biblioteche, contatti perfino ex studenti che hanno concluso la scuola da 25 anni. Ancora nulla. Poi, finalmente trovi l’unica copia disponibile. Su uno scaffale della biblioteca di Setúbal in Portogallo. Chiaramente libro non ammesso al prestito.
Il libro costoso
In alcuni casi però è più facile trovare le copie. Qualche chiamata, la solita ricerca su internet, ma infine una libreria neanche tanto distante da casa ce l’ha. Alla risposta positiva della commessa ti emozioni, sei sul punto di piangere per la gioia. Ma al momento di pagare le lacrime scendono e bagnano lo scontrino ancora caldo per la stampa. Non sono le tue, ma quelle dei tuoi genitori. Torni a casa, comunque soddisfatto per il costoso acquisto e cominci a sfogliare il libro sperando invano di trovare quanto meno la firma autentica di Giacomo Leopardi che dia un senso a tutti quei soldi spesi.
Il prof religioso
Chi non ha mai avuto un professore super religioso e con la tessera ufficiale dei papaboys. Nulla di male chiaramente, a meno che non scambi le proprie ore per occasioni in cui celebrare le proprie omelie. Per le vacanze niente esercitazioni, ma appuntamento alla messa di domenica nella chiesa del patrono con tanto di appello durante la Comunione. Ai suoi occhi sarai sempre e comunque un peccatore: omelie intense e voti bassi. E a farti pregare non sono tanto le sue parole, ma le sue interrogazioni.
Le interrogazioni multiple
O meglio, l’incubo degli studenti. Un’interrogazione è sempre fonte di ansia per un alunno, ma quando se ne raggruppano due o più in una stessa giornata la tua condizione psicologica cede e cominci a percorrere le scale della tua scuola come il celebre Joker di Joaquin Phoenix. A nulla valgono le preghiere rivolte ai due insegnanti esecutori della condanna. Non ti resta che tornare a casa e studiare. O, in alternativa, chiedere la grazia al Presidente della Repubblica.
Il grande fratello
Un extra lo dedichiamo a questo periodo e alla tanto discussa scuola da remoto. Sono stati mesi difficili per tutti e senza dubbio tra le istituzioni più colpite c’è la scuola. Le lezioni online hanno permesso di concludere parzialmente l’anno scolastico, ma le difficoltà non sono state poche. Perfino il professore che veniva ancora a scuola con l’indimenticabile Nokia 3310 è stato “costretto” ad adeguarsi ai nuovi strumenti tecnologici. Tra le novità di questi mesi ci sono anche le nuove interrogazioni in modalità grande fratello. Webcam del computer accesa, telefono dietro le spalle e professore connesso al sistema di videosorveglianza della casa per assicurarsi che tu non stia copiando. Se sei sfortunato e il tuo professore è un tipo atletico, è possibile che ci sia qualche microtelecamera spia nella tua stanza. Niente ansia chiaramente, se l’interrogazione va male c’è pur sempre una carriera televisiva pronta per te.
L’inizio dell’anno scolastico è però ancora lontano e a noi non resta che attenderlo con la speranza che si possa tornare presto in aula per vivere il periodo più intenso della gioventù. Ora però è tempo delle vacanze, del sole, del mare e del meritato relax. La biblioteca di Setúbal può aspettare.