L’insediamento del governo Draghi, lo scorso 13 febbraio, ha da subito sancito la centralità del tema ambiente. A questo scopo il ministro ha comunicato che sarà introdotto un ministero della transizione ecologica. Egli ha infatti affermato che il sistema produttivo sarà soggetto a una riconversione industriale. Per transizione ecologica si intende una serie di provvedimenti volti a creare un mondo basato sulla sostenibilità, non solo economica, ma soprattutto ambientale. Inoltre il MiTE sottrarrà allo Sviluppo Economico una delega importante, quella relativa alla definizione della politica energetica e mineraria nazionale.
RISORSE UE
Un ministero simile esiste già in altri paesi europei, come Francia, Svizzera, Spagna. Di Maio, ministro degli Esteri, spiega che il progetto sarà più ambizioso, e coinvolgerà lo sviluppo, la crescita economica, l’energia e la difesa dell’ambiente. Uno dei primi incarichi è e sarà quello di gestire le risorse provenienti dalla UE in seguito alla crisi causata dalla pandemia da COVID-19. Il precedente piano prevedeva che il 31% dei fondi fosse destinato alla transizione verde, mentre la soglia minima stabilita dalla Commissione europea è del 37%, quindi oltre un terzo dei fondi totali.
Il ministero, fortemente desiderato dal M5S, era una delle condizioni per il sostegno al nuovo governo del gruppo pentastellato. Quest’ultimo parla di una grande opportunità per cambiare radicalmente la politica ambientale in Italia. I benefici infatti sarebbero molti, soprattutto nel campo agricolo e nella pesca. Nel governo era già presente un dipartimento per la transizione ecologica. Questo, inglobato nel ministero per l’Ambiente, si occupava di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, energie rinnovabili, politiche di sviluppo sostenibile. Tutte questioni che dal 26 febbraio 2021 sono svolte da un autonomo ministero a capo di Roberto Cingolani.
CHI È IL NUOVO MINISTRO
Cingolani, fisico e accademico italiano, è stato nella task force governativa capitanata da Vittorio Colao per fronteggiare la Fase 2. Egli ha da subito sottolineato le sfide che il nuovo ministero dovrà affrontare: spiegare cos’è la transizione ecologica, lavorare al Recovery Plan, mettere in atto un lavoro di carattere tecnico. Il ministro intende fare dell’Italia una smart nation, in cui la parola chiave sarà: digitalizzazione. Questa rivoluzione dovrà coinvolgere in primis il Ministero, e dovrà assicurare un controllo capillare su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di presentare un programma per la Transizione ecologica entro fine maggio: grande impegno e lavoro sarà dunque richiesto nei prossimi mesi.
Cingolani si sofferma anche sull’acronimo che definisce il ministero: “la mitezza è la virtù perduta che va recuperata e che indica il modo in cui intendiamo operare: puntare sulla forza degli argomenti e sulla consapevolezza della sfida ambientale e sociale, confrontandosi con grande apertura, avendo a cuore le future generazioni”. Sull’importanza di questo provvedimento per le generazioni future si esprime anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, che in un post condiviso anche da Beppe Grillo commenta: “Questa è un’eredità importante che lasceremo alle prossime generazioni a prescindere dai nomi e da chi siede nei Ministeri”. Nella speranza che grazie a tutto ciò si inizi a considerare la rivoluzione verde come parte fondamentale del governo di uno Stato.