Newsfeed, applicazioni, chat, videochiamate e molto altro: in 15 anni Facebook ha cambiato volto e rivoluzionato il mondo del web a colpi di idee. Ma adesso dal cilindro di Zuckerberg salta fuori qualcosa di inaspettato: si chiama Libra e sarà la criptovaluta di Facebook dal 2020. Ancorata ad asset reali e appoggiata da 28 aziende internazionali, Libra è la nuova promessa di Menlo Park, che mira alla creazione di un sistema finanziario innovativo e accessibile a tutti. Inutile dire che proprio questo ha scatenato le critiche accese di banche e governi di tutto il mondo e la fuga dei partner più importanti.
La sfida di Libra
“1,7 miliardi di adulti rimane al di fuori del sistema finanziario senza alcun accesso a una banca tradizionale, anche se un miliardo di loro ha un cellulare”, si legge sul comunicato ufficiale di Facebook: sono loro il target di Libra, che permetterà anche a chi non ha un conto bancario di accedere a servizi di pagamento online. Sempre secondo i dati dell’azienda californiana, “il 70% delle piccole imprese nei paesi in via di sviluppo non ha accesso al credito e 25 miliardi di dollari ogni anno vengono persi dai migranti in commissioni sulle rimesse”.
Il progetto di Libra nasce proprio dalla volontà di trovare una soluzione semplice ed efficace, che permetta di effettuare transazioni di denaro da ogni parte del mondo con un semplice clic e senza costi di commissione. In altre parole, il portafoglio digitale di Calibra, la nuova sussidiaria di Facebook che si occuperà del servizio tramite un’applicazione. Al suo fianco lavorerà la Libra Association, un’organizzazione indipendente e no profit: una garanzia per chi temeva il monopolio di Facebook sulla gestione delle operazioni. Tra i 28 membri fondatori figurano aziende come Vodafone, Spotify, Uber e Iliad.
Stabilità, sicurezza e privacy
Un nome, una garanzia: Libra, a differenza dei famigerati bitcoin, sarà equilibrata come una bilancia. In altre parole, la stabilità sarà garantita da una copertura di asset finanziari reali e la criptovaluta sarà ancorata a monete a corso legale come l’euro e il dollaro. Una misura del genere dovrebbe garantire una bassa volatilità, evitando le oscillazioni delle quotazioni delle altre valute virtuali.
I veri nodi di polemica sono però sicurezza e privacy, sui quali Calibra garantisce una politica trasparente e sicura. Sistemi di rilevazione e verifica antifrode e tecnologiche di protezione garantiranno agli utenti un servizio equiparabile a quello delle banche e i dati personali e finanziari non verranno condivisi con terzi senza il consenso dei clienti. E proprio sulla privacy, tasto dolente dei trascorsi di Facebook, si inserisce un’altra differenza coi bitcoin: le transazioni non saranno coperte da anonimato, ma sarà necessario fornire un documento d’identità per poter accedere al servizio.
Le critiche
Il carattere fortemente innovativo di Libra e soprattutto l’enorme impatto che un progetto gestito da un social network come Facebook potrebbe avere sugli equilibri finanziari hanno suscitato non poche critiche. Tra le tante voci delle polemiche spiccano quelle dei senatori democratici americani Brian Schatz e Sherrod Brown, che hanno scritto una lettera i Ceo di Visa, Mastercard e Stripe per evidenziare come il sistema di Libra potrebbe essere sfruttato per attività criminali. Economisti e politici di tutto il mondo si sono uniti a questa critica, contrari all’intervento sul fronte finanziario di un’azienda che ad oggi conta un potenziale mercato di oltre 2 miliardi di utenti.
Ma le prime sconfitte sono partite proprio dalle fila di Libra Association: Paypal, eBay, Visa, Mastercard e molti altri Founding Members hanno annunciato di non voler più aderire al progetto. Si tratta di un effetto domino innescato da Paypal, ma che ha sicuramente fatto da cassa di risonanza alle polemiche mosse dalla classe politica.
Le critiche e le ostilità burocratiche che hanno colpito il progetto di Libra negli ultimi mesi hanno dato prova di una forte sfiducia nei confronti di Facebook e potrebbero addirittura compromettere il lancio del progetto previsto per il 2020. Eppure sembra che Zuckerberg stia già spianando il terreno per un piano B, niente di meno che la versione verde: WhatsApp Pay. Non resta che vedere dove penderà l’ago della bilancia per Libra.