Dopo quasi tre mesi dalla chiusura forzata degli sport mondiali, le competizioni stanno riaprendo i battenti.
In una situazione di confusione mista a paura, le politiche di ogni paese, insieme alle varie associazioni sportive, stanno organizzando il modo più sicuro per tornare all’attività.
Calcio
Nel mondo calcistico, il calore da cui è circondato rischia di portare ad una partenza prematura, con annessi rischi. Ma nonostante ciò, i grandi campionati sono sicuri di essere pronti.
La prima nazione nel tentare l’impresa della riapertura è stata la Germania a metà maggio. Dopo tre settimane dalla partenza, il riscontro è migliore di ciò che si pensasse. Nessun nuovo caso e tanti nuovi gol.
Stadi vuoti, mascherine in panchina e festeggiamenti distanziati sembrano essere la via da seguire per la ripartenza.
Proprio sulla scia del campionato tedesco, le altre grandi di Europa si sono convinte.
I calendari prevedono la ripartenza della Liga spagnola l’11 giugno, seguita poi dalla Premier League il 17.
Il 20 giugno sarà invece l’ora della nostra Serie A, inaugurata dal match Torino-Parma. Il paese europeo più colpito dalla pandemia è pronto a riscendere in campo con ogni dovuta precauzione. Sulla nuova partenza i dubbi e le perplessità non mancano, sia per l’organizzazione del campionato che per i sistemi di sicurezza. L’intento sarà quello di proseguire normalmente, terminando il campionato il 2 agosto, ma in caso di nuove positività ci saranno modifiche. Una presunta nuova fase di quarantena porterebbe l’impossibilità di terminare il campionato nel modo tradizionale, e le nuove proposte sembrano essere due.
La prima prevede i playoff: torneo tra le 4 squadre in vetta alla classifica, per l’assegnazione dello scudetto.
La seconda proposta opterebbe invece per un algoritmo (ampiamente criticato, in quanto annullerebbe l’essenza del calcio giocato). Questa novità porterebbe ad un sistema complesso che sulla base di 3 fattori – rendimento casa e trasferta, numero gare giocate, gol segnati – costruirebbe una classifica finale virtuale. In questo caso lo scudetto non verrebbe assegnato, ma sarebbe utile per la zona retrocessione e la qualificazione alle competizioni europee.
Le idee sono molte, la voglia di ripartire è tanta per tutti, ma il minimo errore potrebbe portare ad un nuovo collasso del sistema, difficile da superare. Il problema, infatti, si ripercuoterebbe non solo sulla competizione in sé, ma anche sullo Stato, sulle squadre, sullo staff e sui calciatori. Spesso si tende a pensare alla riapertura del campionato come un semplice favore verso i tifosi desiderosi di seguire la propria squadra, ma non è così.
La ripartenza del mondo calcistico, e sportivo in generale, riattiva una parte enorme dell’economia di un Paese. Il pagamento delle tasse sui nuovi contratti, i diritti tv per mostrare le partite, il merchandising che torna in circolazione e tutto il resto sono una parte necessaria per le casse di un qualunque Stato. Per questo motivo, la ripartenza deve essere vista da tutti come una nuova rinascita e, date le difficoltà vissute, bisogna provare ad appoggiare le nuove proposte, invece di criticarle.
Formula 1 e MotoGP
Anche nel mondo dei motori la situazione è in costante evoluzione; mentre la Formula 1 ha preso una posizione netta, la Moto GP fatica ancora ad organizzarsi.
La Federazione Internazionale dell’Automobile, infatti, ha approvato la riapertura del mondiale di F1, con una prima parte di calendario che prevede 8 gare in Europa nel periodo tra il 5 luglio e il 6 settembre. La partenza è prevista con il GP d’Austria, fino a concludersi con il GP d’Italia. Data la situazione difficoltosa, per svolgere più gran premi ravvicinati si è optato per la ripetizione di alcuni circuiti a distanza di qualche settimana.
Per quanto riguarda la MotoGP, invece, una data non è presente. Le ultime notizie mostrano solo il cancellamento di un altro gran premio, quello del Giappone. Per gli organizzatori di questo sport, la situazione è ancora troppo imprevedibile nel mondo per decidere di ritornare a correre.
Per gli sport singoli, come questi due, potrebbe sembrare più semplice la nuova organizzazione, ma tutto ciò che in realtà c’è dietro crea delle grandi problematiche. I viaggi da uno Stato all’altro, la creazione delle aree per ospitare le squadre e tutto il resto, richiedono un enorme quantitativo di persone ed un elevato rischio di contagio. Perciò la cautela non è mai troppa.
NBA
Per il basket oltreoceano il nuovo format sembra pronto per essere approvato. Il mondo NBA è pronto a creare un quartiere interamente dedicato a loro all’interno del Disneyworld di Orlando. Le 22 squadre ancora in lotta per i playoff si stabilirebbero tutte nel grande parco divertimenti, dando il via alla ripresa. La data designata è quella del 31 luglio, con eventuale gara 7 delle finali prevista il 12 ottobre.
Come per il calcio, anche il basket richiede delle nuove regole che prevedano massima sicurezza visto il continuo contatto fisico. L’idea di un mini mondo personale, infatti, è il modo migliore per mantenere costantemente sotto controllo la situazione, e bloccare tutto in caso di contagi. Gli USA sono lo Stato più colpito al mondo dal virus, e per questo sono necessarie regole che stabiliscano come comportarsi in qualunque situazione. Anche le azioni più semplici, come gli spostamenti dal campo all’hotel, necessitano ormai di una serie di norme con il fine di mantenere la massima sicurezza.
Per ogni sport la situazione è simile in certi aspetti e differente in altri, ma sicuramente è molto complicata. Ogni organizzazione deve essere in grado di decidere se rischiare o no, in base alla salute del Paese intero. La ripresa quasi totale dello sport è un forte segno per tutto il mondo; è un segno di ripartenza delle attività e ripartenza di quella vita normale che in questi tre mesi abbiamo quasi dimenticato.