Il film
Christmas Drop: operazione regali è una produzione Netflix uscita il 5 novembre, che in pochi giorni è arrivata
a posizionarsi nella Top 10 dei film più visti della piattaforma. Si tratta di una commedia romantica, in cui la protagonista, un’assistente al Congresso americano, viene inviata nei Tropici per relazionare i malfunzionamenti di una base militare, l’Andersen Air Force Base a Guam. Qui, viene svolta ogni anno “l’operazione regali”, che permette di portare agli isolani del Pacifico pacchi regalo raccolti durante l’anno. Inutile dire che tra la protagonista e il comandante della missione nascerà del tenero… Ma vicenda amorosa a parte, quale storia vera si cela dietro questo film?
La storia vera
L’operazione Christmas drop è la più longeva missione umanitaria aerea organizzata dal Dipartimento di difesa americano. Nasce nel 1952 quando, durante un’esercitazione, un equipaggio del B-29 Superfrotress ha visto gli abitanti dell’isola di Kapingamarangi, a circa 6000 Km dalle Hawaii, sbracciarsi in segno di saluto. L’equipaggio, spinto da spirito natalizio, ha raccolto alcuni oggetti presenti sull’aereo e li ha lanciati sulla terraferma con un paracadute. Da questo gesto, hanno dato il nome a quella che è diventata una missione tradizionale: to drop infatti significa proprio “fare cadere”.
Oggi, quest’operazione umanitaria, la più importante esercitazione di lancio dell’aviazione, include oltre 50 isole del Pacifico. Gli isolani infatti, pur abitando in luoghi che apparentemente ricordano il paradiso terrestre, vanno incontro quotidianamente a grandissimi problemi. Vivono lontani dal continente, non hanno i beni di prima necessità, spesso i giovani sono costretti a frequentare la scuola a distanza e devono fare i conti con i pesanti danni dovuti a fenomeni atmosferici come i tifoni. Se non esistesse questa iniziativa, rimarrebbero privi di beni di prima necessità.
Grazie a questa missione infatti, nel mese di dicembre, vengono paracadutati pacchi pieni di farmaci, vestiti, materiale per pesca, cibo non deperibile, giocattoli e libri scolastici. Durante l’anno, numerosi volontari, militari e non, raccolgono le donazioni di privati e aziende e si occupano di smistarle e imballarle. Si crea dunque un vero e proprio laboratorio di Babbo Natale con innumerevoli elfi incaricati a impacchettare. E l’emozione dei bambini nel vedere il lancio delle provviste dirette alle loro spiagge è la stessa di quella che si prova nel trovare un regalo sotto l’albero la mattina del 25 dicembre.
La missione al tempo del Covid-19
Anche quest’anno, arrivati alla 69esima edizione, nonostante la pandemia, l’opera umanitaria ha avuto luogo. Sono stati necessari alcuni passaggi preventivi, come la quarantena dei beni donati, l’imballaggio di ciascun prodotto e l’igienizzazione di essi prima di chiudere il pacco. Ma lo spirito benefico non ha fermato nessuno e tra il 7 e il 10 dicembre, la missione aerea ha paracadutato circa 30 tonnellate di rifornimenti.