In questi giorni dal settore dell’archeologia arrivano notizie sensazionali. Dai sotterranei del nostro mondo sono stati portati alla luce pezzi della nostra più antica storia. Stiamo parlando del ritrovamento di oltre 100 sarcofagi nel sito egiziano di Saqquara e di 2 corpi umani a Pompei. Scoperte dunque accumunate da un forte senso di umanità, perché hanno permesso di ridare vita a personaggi vissuti migliaia di anni fa sulle sponde opposte del Mediterraneo e di restituire loro una nuova dignità. Ma analizziamo meglio queste campagne di scavo.
Saqquara e i 100 sarcofagi
Il ritrovamento dei 100 sarcofagi segue numerose altre scoperte dei mesi scorsi. Siamo a Saqquara, vicino alla piramide di Djasir, famosa per le sue caratteristiche pareti a gradoni, a sud del Cairo. A inizio settembre la missione diretta da Mostafa Waziri porta alla luce 13 sarcofagi in legno perfettamente intatti, ritrovati in un pozzo di 11 metri di profondità. Se ne aggiungono alla fine del mese altri 14 che, pur risalendo a 2500 anni fa, conservano ancora il colore originale. Ad ottobre poi, in altri tre pozzi, gli archeologi della missione dissotterrano altri 60 sarcofagi, corredati di diversi amuleti e manufatti artigianali.
E a novembre, ecco svelato quello che il ministro egiziano del Turismo e delle Antichità definisce un vero “tesoro”. Questi 100 sarcofagi risalgono a un periodo ancora precedente e risultano incredibilmente intatti e inviolati. Nelle bare in legno sono presenti le mummie di ricchi funzionari vissuti tra la ventiseiesima dinastia e l’epoca tolemaica. I bendaggi di lino sono ancora integri, così come i colori scintillanti delle maschere funerarie. Oltre a questo, il vero tesoro consiste anche nelle 40 statue dorate raffiguranti le divinità e il preziosissimo corredo funebre sepolto, che man mano verrà svelato, anche grazie alle nuove tecniche che sfruttano i raggi X. E non è finita qui, perché oltre ai numerosi studi che questi reperti possono garantire, il ministro egiziano e la Soprintendenza archeologica sono d’accordo nel ritenere che a Saqquara ci sono potenzialmente ancora molti segreti sotterranei da rivelare.
Pompei e i calchi di due uomini
A Pompei invece, grazie all’antica tecnica del calco, è stato possibile dare forma alla tragica sofferenza degli ultimi istanti di vita di due uomini travolti dalla seconda ondata dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. E’ Giuseppe Fiorelli ad aver studiato questa tecnica nel 1863: egli aveva compreso che negli strati compatti formati da materiali di crollo e da cenere si potevano formare degli strati di “vuoto”, sotto i quali potevano depositarsi dei resti. E anche in questo caso è stato così: a 700 m da Pompei, nell’area di una grande villa suburbana di Civita Giuliana, sono stati rinvenuti due vuoti, esito di corpi decomposti di cui il materiale piroclastico ha conservato la forma. A questo punto si è proceduto con la colatura del gesso, che una volta indurito, ha fatto emergere la figura dei due uomini. Si tratta probabilmente di uno schiavo con il suo padrone, entrambi in posizione supina.
Gli archeologi dello scavo affermano che la prima vittima è un giovane tra i 18 e i 23 anni, ha il capo reclinato con denti e ossa del cranio visibili, alcuni schiacciamenti vertebrali dovuti probabilmente a un lavoro pesante e indossa una tunica corta. La seconda vittima invece, è un po’ più alta, probabilmente ha un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, un torace più robusto e un abbigliamento più ricco, come dimostrano le impronte di diversi tessuti che rimandano a un mantello e a una tunica.
Archeologia a scuola
Anche se i fondi rivolti ad esso sono spesso carenti, il settore archeologico è fondamentale per la nostra nazione e per il mondo in generale. Questo messaggio non passa sempre nelle menti delle nuove generazioni. A scuola infatti, lo studio della storia e della letteratura del passato sono basilari, ma dell’archeologia si fa sempre un breve cenno. Perciò è facile che un giovane d’oggi assimili la figura dell’archeologo con quella eroico-leggendaria di Indiana Jones, ma che nei fatti, non sappia bene come si svolga il suo lavoro (piccolo spoiler: dimenticatevi la vita di Indiana Jones). Per colmare questa lacuna, il liceo classico Petrarca di Arezzo ha previsto per l’anno scolastico 2021-2022 un nuovo indirizzo archeologico, in cui saranno predominanti attività extrascolastiche legate a stage di scavo ed esperienze sul campo: lo studio teorico della civiltà, i versi e le parole della letteratura antica e il reperto archeologico concreto torneranno così a far parte a pari livello di quell’aggettivo “classico” che precede il nome di molti licei.