Una bellissima iniziativa nata nel dicembre del 2015 a Mashhad, Iran, è giunta da qualche tempo anche in Italia dopo aver coinvolto molte città europee portando un aiuto concreto alle persone più bisognose. Si tratta dei wall of kindness, spazi senza gestione nati dalla libera iniziativa dei cittadini che possono assumere la forma di pareti, alberi o semplici supporti a seconda dello spazio in cui si trovano; qui è possibile lasciare cappotti, sciarpe e altri accessori inutilizzati destinati ai senza tetto in vista dell’arrivo della stagione invernale.
Ganci, scarpiere ed altri sostegni vengono usati per appendere tutti quegli indumenti che, ormai superflui nei guardaroba di alcuni, diventano di fondamentale importanza per chi si trova ad affrontare il clima rigido senza una fissa dimora.
Il fenomeno dei muri della gentilezza ha fatto in poco tempo il giro del mondo, trasformandosi in un’occasione per le diverse città di dimostrare il proprio impegno sociale attraverso la creazione di angoli caratteristici di svariate forme e colori destinati proprio a questo gesto di condivisione; ad Uppsala, Svezia, il muro ha assunto la forma di un grosso appendiabiti a forma di cubo suscitando l’interesse dei passanti, mentre in altre parti del mondo si è ricorso a strutture più semplici.
Anche l’Italia non è rimasta indifferente all’iniziativa e in città come Roma, Bologna, Bari e Parma sono sorti spazi dove i cittadini potevano lasciare abiti, e non solo, per chi ne avesse bisogno. A Parma, purtroppo, i muri sono stati smantellati in seguito ad un’ordinanza municipale per poi risorgere, però, in altre zone o altri quartieri grazie all’iniziativa popolare.
Anche a Torino, in occasione della giornata della gentilezza svoltasi il 13 di novembre scorso, il Librificio situato in zona Campidoglio ha deciso di dare vita ad un proprio muro della gentilezza fuori dal locale dove dentro le tasche di giacche e cappotti si trovano dei libricini. Il muro si trasforma quindi in uno spazio sociale di condivisione e solidarietà, dove la sensibilità dei più fortunati incontra le necessità dei più bisognosi, liberi di attingere dalla varietà di capi appesi.
Questi esempi dimostrano come la cittadinanza attiva consista anche nel promuovere libere iniziative a favore di coloro che si trovano in difficoltà, facendo la differenza anche attraverso i piccoli gesti.