Si è vociferato tanto intorno a questo nome, in sottofondo, e nelle ultime ore il sussurro è diventato sempre più forte. PSICOLOGI sono quel gruppo che ti è capitato per caso tra i correlati di YouTube una volta. E sì, sarà quel solito misto indie-rap che va tanto ultimamente. Un po’ alla BombaDischi un po’ alla Franco126, con la voce che somiglia a ThaSupreme. Ma sì, meglio non ascoltare questa cosa mezza depressa e mezza trap di serie b.
I veri temi degli PSICOLOGI
La verità è che PSICOLOGI sono tutt’altro che un gruppo semplice da analizzare. Chiunque lo banalizzi o al contrario lo osanni prematuramente, sta commettendo l’errore di tutti gli adulti che non comprendono i propri figli. Non sono facili da analizzare proprio perché rappresentano un’intera generazione, la nostra, quella dei millenials, una generazione che viene continuamente definita come “non definita”, “non la capisco”, come un’incognita, e forse non a caso gli studiosi usano le incognite matematiche x y o z per stereotipizzarli in dei modelli.
Pertanto ascoltare il loro primo album appena uscito ha tutto il suo peso, quello di anime all’apparenza estremamente grezze, superficiali, eppure estremamente leggere e malinconiche. Ciò che si nota più di tutto nelle canzoni, dietro ai versi che sono un intriso e intimistico misto di racconti personali e pezzi di vita (fumare sigarette piuttosto che canne, un viaggio a Parigi, comprare delle scarpe, canzoni ascoltate insieme, ricordi casuali…), è la voglia di analizzare la propria generazione. E quello che c’è di rotto: il bug che si è creato all’interno della gioventù del ventunesimo secolo.
L’intro di Millenium Bug
Già l’intro fa intuire tutto: la scelta di usare la voce di Peter Griffin per presentare l’album è già il sintomo più evidente di tutto. Una voglia di essere bambini non è che una ribellione che nasconde la profonda disillusione per un mondo che ci è presentato come privo di qualsiasi sogno, pieno di luccicanti illusioni e che rende noi giovani già maturi e marci dentro prima ancora di sbocciare, costretti a voler fare cose da grandi, a fare pensieri grigi e anziani, prima ancora di avere dei pensieri e dei ricordi nostri.
Il significato di Millenium Bug
E l’atteggiamento di non voler presentare nemmeno l’album per la non voglia è la rappresentazione della nostra disillusione generazionale. Sconfitti in partenza e senza grosse speranze. Draft e Kaneki si distaccano e fanno una radiografia fredda dei loro coetanei (“questo è il millenium buggato (…) se finisco a pensarla come voi io mi ammazzo”). Con critiche molto forti, come in “AMICI”, anche sulla sete di gloria facile e della fama spicciola che si riscontra da fenomeni social e talent, ma che porta solo una piccola onda emotiva che si infrange poi nuovamente in una forte disillusione.
Questo spiega il “fancazzismo”, la voglia di non sbattersi per un futuro che non sarà mai come vorrai, e quindi il buttarsi in moda, vestiti, droghe, cose passeggere ed eteree. “SPENSIERATEZZA” appunto, quando in testa tutto diventa così pesante ed esistenziale da non riuscire a capire cosa poter fare o perché vivere, da non poter dormire (“e farò sogni d’oro solo al mio funerale”). Ma nonostante questo, e forse per questo, si sente quello che è un forte amore comune e incondizionato, il bisogno di sentirsi giusti e amati (“I miei amici sono tutti speciali… Sono tutti drogati, ma gli voglio bene lo stesso”). Come testimonia anche il pezzo “TRISTI E SOLI”.
La scelta di mettere il loro nome in caps lock (tutto maiuscolo) così come i titoli delle canzoni sembra proprio voler esprimere quell’urlo silenzioso per una richiesta di aiuto, di essere ascoltati, con arroganza, ma silenziosa, perché anche spaventata dal non trovare un orecchio pronto ad ascoltare e capire.
A chi si ispirano gli PSICOLOGI?
Molti giornalisti si concentrano nel capire le loro influenze, grazie a internet e alla diffusione globale della musica ormai è quasi impossibile che un singolo genere o un singolo artista venga ascoltato o sia un’influenza principale, ma semmai la tendenza generalizzata è quella di “ascoltare un po’ di tutti”, da generi diversi a epoche diverse, e mescolarli, proprio per l’infinità libreria musicale che ci viene fornita. Loro stessi hanno infatti dichiarato che hanno disparate influenze musicali che predominano nell’album (dal punk, alla techno dubstep, fino a De André e Tenco e tutta la trap contemporanea, e ancora come in “FUNERALE” influssi metal uniti al rap che ricordano lo stile hardcore del primo album di Salmo The Island Chainsaw Massacre).
Mi ricordano un po’ i primi Daft Punk, con il loro primo album, preso e registrato rinchiusi in cameretta per settimane, estraniati dal mondo. Questo è un po’ quello che è successo anche per via della quarantena, che li ha portati a lavorare separati tra Roma e Napoli all’ultima difficile fase di elaborazione dell’album. La distanza virtuale, l’incapacità di capirsi solo con le parole o con gli sguardi, tra le righe, è anche un tema ben definito.
I giovani incompresi di Millenium Bug
Alcuni lo hanno definito come manifesto generazionale. Il fatto che gli PSICOLOGI non hanno tanto senso e non sono facili da spiegare, racchiude il senso di quello che è la giovinezza oggi. “I giovani hanno bisogno di essere compresi, non solo giudicati”, dicono. Insomma vanno presi con le pinze, e sarà una bella botta mandarli giù. Però, una volta fatto, ti sentirai più consapevole di essere parte di un qualcosa. Vorrai capire o almeno provare a capire l’inspiegabile leggerezza della nostra stupenda generazione.