La nostra quotidianità è determinata dall’utilizzo di oggetti la cui funzione, esplicita, trascura molto spesso i motivi che ne hanno scaturito la diffusione. Determinare la diffusione di un oggetto unicamente a partire dal suo sviluppo-prodotto sarebbe riduttivo, considerando che il contesto nel quale si inserisce è arricchito anche, e soprattutto, da valori di matrice socioculturale. Ne è testimonianza la sezione “Compasso d’oro a ignoti” presente nel libro Da cosa nasce cosa di B. Munari, raccolta di prodotti anonimi, ma iconici per il nostro vivere quotidiano.
Lucchetto per serrande
Oggetto dalla durata illimitata, la forma estremamente semplice è ottenuta dalla lavorazione dell’ottone massiccio e dell’acciaio. Il lucchetto per serrande è figlio di un processo deduttivo di requisiti in entrata e prestazioni in uscita, ma rientra in quella categoria di prodotti che si diffondono silenziosamente per la perfezione del binomio forma-funzione.
“Quando il lucchetto chiude assieme i due grossi anelli (…) non resta alcuno spazio vuoto per poter scassinare la serratura”.
Sedia a sdraio da spiaggia
La sedia a sdraio, così come la conosciamo, include l’esigenza di comodità da parte del fruitore e la semplicità nel piegarla e nel riporla. Per questi motivi l’ingombro si riduce al massimo, l’inclinazione è regolabile mentre la tela è facilmente sfilabile. Elemento, questo, economico e dal forte valore culturale che ritorna nella Poltrona AEO di P. Deganello per Cassina.
“L’estetica è quella della logica progettuale del minimo costo e della massima funzionalità”.
Origine casuale degli oggetti
Gli oggetti d’uso quotidiano non nascono necessariamente a partire da una raccolta di esigenze del consumatore. Possiamo citare alcuni prodotti nati da eventi casuali che si sono rivelati, in seguito, punti di partenza ideali per lo sviluppo di prodotti utili alle necessità dell’uomo.
Velcro
Il nome “velcro” nasce dalla combinazione delle parole francesi velours e crochet che stanno rispettivamente per “velluto” e “uncino”. Si tratta di un sistema di chiusura caratterizzato da uncino e asola, inventato nel 1948 dall’ingegnere svizzero Georges de Mestral, quando, di ritorno da una passeggiata in campagna, si accorse di avere strani fiori rossi rimasti attaccati alla giacca. Cosi, dopo averli analizzati al microscopio, comprese che in realtà i fiori avevano minuscoli uncini tali da poter permettere di diffondersi, incastrandosi ovunque. Da qui sviluppò il sistema di chiusura a due elementi che tutti oggi conosciamo.
Post-it
Nel 1968, Spencer Silver, ricercatore della 3M, realizzò una serie di esperimenti per ottenere un adesivo talmente resistente da essere utilizzato nell’industria aeronautica. Il risultato fu deludente, l’adesivo era a malapena in grado di legare due fogli di cartoncino. L’esito, apparentemente fallimentare, riuscì però a soddisfare e porre rimedio a un problema fino a quel momento inespresso: aggiungere e rimuovere annotazioni su un documento.
Giovanni Cimino, Gianluca Capozzo