Da qualche anno la Energizer, la celebre produttrice di batterie, possiede una linea di smartphone. Oltre ai classici touch con schermo da 5” in su, l’azienda ha messo in produzione dei modelli che si rifanno ai classici cellulari con tastiera. L’innovazione? Li ha resi smart. Un po’ come se si cercasse di immaginare il caro vecchio Nokia 3310 installandogli Facebook e Google Maps.
La Nokia stessa già da tempo ha iniziato una campagna per rilanciare i vecchi modelli di successo (basta vedere il Nokia 3310 4g e il Nokia 8110 4g), tuttavia i modelli della Energizer hanno il vantaggio di essere super economici. Se infatti il prezzo dei Nokia si aggira attorno ai 60/90 euro, il prezzo dell’Energy E241 S (il modello di punta) è di soli 39,90 euro su Amazon. Se si pensa di acquistare l’E241 il prezzo scende a 32,99. L’unica differenza è la rete 3g, mentre l’E241 S utilizza la rete 4g.
Ovviamente essendo così economici la qualità della camera e le prestazioni in generale sono abbastanza scadenti in confronto ad un comune smartphone. Tuttavia possedere un modello simile può avere i suoi vantaggi tecnici: la durata della batteria è sicuramente uno di questi. L’azienda dichiara infatti che essa può durare fino a sei giorni, scaricandosi dopo ben 28 ore di chiamate. Avendo poi app basiche preinstallate come Whatsapp, G-Mail, Twitter, Facebook, Maps e Youtube, l’E241 permette di rimanere in contatto con il mondo virtuale riducendo però le distrazioni. Certo, Facebook e Youtube possono essere installati, tuttavia usarli su uno smartphone simile non è così comodo come su uno “normale” con un processore più potente. Senza dimenticare poi la grandezza dello schermo, di soli 2.4”.
Insomma, se non si vuole rinunciare alla comodità del proprio smartphone questi modelli un po’ smart e un po’ retrò possono essere utili come secondo cellulare, magari per chi lo usa per lavoro ed utilizza solo chiamate e Whatsapp. Anche perché una loro caratteristica è la possibilità di avere la doppia sim.
In un’ottica più sperimentale potrebbero essere invece adottati dalle nuove generazioni, quelle nate con lo smartphone in mano e che non hanno mai utilizzato una tastiera di dieci tasti per comporre un messaggio, per fargli fare un tuffo nel passato.
Era il 29 giugno 2007 quando il primo iPhone uscì sul mercato; il primo smartphone, con tante app e tante distrazioni. Prima infatti il cellulare si utilizzava solo per chiamare e mandare messaggi. Certo, c’è chi già allora si perdeva a giocare a Snake, tuttavia è impressionante come nel giro di una decina d’anni le abitudini delle persone siano cambiate radicalmente. Ogni singolo aspetto della nostra vita può essere oggi immortalato e condiviso. “Ho appena visto Alice al supermercato!“, “Sto mangiando una mela“, “Il tipo che mi piace mi ha appena seguita!“, “Sta piovendo anche qui” e così via. Questi sono tutti esempi di informazioni pressoché inutili alla persona che le riceve nel momento in cui le riceve o che le guarda nelle Stories. Non sono comunicazioni di “necessità”. Sono cose che potrebbero anche aspettare ed essere dette di persona. Oppure potrebbero essere direttamente non dette.
Mi sembra di scrivere come se venissi dall’età della pietra, ma mi ricordo ancora quel periodo nel quale la gente aveva iniziato a condividere foto di cibo su Facebook. Il Social era approdato in Italia solo da pochi mesi e c’erano già le prime avanguardie di food blogger che condividevano foto di pasta e pizza con gli amici. La reazione degli amici era “Ma che cavolo ce ne frega di cosa ti sei mangiato per cena?!“. Ecco oggi succede esattamente l’opposto. Molti di quelli che si stupivano, oggi condividono anche loro. Forse è una questione di abitudine; è un atteggiamento talmente normalizzato che tutti tendono a farlo e vogliono farlo. Forse per sentirsi come gli altri e fare parte della community; forse senza accorgersi di quanto superficiale e narcisista essa sia.
Insomma l’E241 è uno smartphone che costa poco, permette di non rimanere isolati dal mondo e offre la possibilità di fare anche un piccolo tuffo nel passato a chi con i dieci tasti non ha mai scritto o ne sente la mancanza. Però che noia quando si scriveva “agam” anzichè “ciao“, dimenticandosi di inserire il t9. Bei tempi, bei tempi.