Ingoiare un rospo è un modo di dire che si fatica a comprendere fino a quando non lo si prova. Da giovani si è sempre idealisti, radicali. Poi arrivano i rospi. Si è costretti ad abbandonare alcune idee, o quantomeno ad accantonarle, in attesa di tempi migliori. Chiudere un occhio di fronte a fatti inaccettabili solo per non avere problemi, non esprimere le proprie opinioni per non fare una cattiva impressione. Capita. D’altronde, non si può pretendere che tutti siano pronti a morire per le proprie idee.
il Movimento 5 Stelle, entrato in politica come partito idealista, giovane, s’è visto costretto a invecchiare. Avrebbe potuto non farlo, ma gli sarebbe costato molto in termini di opportunità. Pur di fare il – deludente – reddito di cittadinanza, ha ingoiato i due Decreti Sicurezza, per esempio. Si tratta di una forma di maturità accettare alcune cose per poterne fare altre in cui si crede? Non ne sono sicuro. Di certo, si tratta del normale corso della vita.
Alla fine, però, i 5 Stelle sono riusciti a ottenere un altro loro obiettivo: il taglio dei parlamentari. Utile o meno, ho già espresso la mia opinione. Ciò che è degno di nota è il modo in cui hanno costretto il Partito Democratico ad approvarlo. Non farlo sarebbe stato un suicidio politico, per un partito che la macchina del fango indica come attaccato alle poltrone, come casta, e via dicendo.
E quindi il PD ha dovuto approvare la riduzione dei parlamentari. Ci credevano? Forse. Di sicuro non tutti. Così come non ci credevano tutti i Grillini, sia chiaro.
La parte migliore arriva dalla minoranza del Partito Democratico, nella figura di Roberto Giachetti. “Voto sì perché sono fedele alla maggioranza, ma inizio a raccogliere le firme per un referendum”. Per opporsi alla riforma, ovviamente.
“E con questo dichiaro conclusa la polemica fra me e il sottoscritto“.