World Press Photo Exhibition, Palazzo Madama, Torino
Entrando nella prima sala della mostra, è difficile non notare la prima foto di Karolina Jonderko alla propria destra. Una donna tiene un bambino stretto a sé. E’ una foto cupa, piuttosto buia, vi è solo una striscia obliqua di luce ( derivante probabilmente dalla finestra a cui si affaccia la donna), grazie a cui è possibile scorgere l’abbraccio tra adulto e neonato. Questo è quello che si vede, ma, leggendo bene la didascalia, si scopre che il bambino è una bambola.
Accanto a tale foto ve ne sono altre, anch’esse raffiguranti delle bambole. Quest’ultime non sono delle bambole qualsiasi, ma sono definite “rinate” o “reborn dolls”.
Lente di ingrandimento: le foto nel dettaglio
Rzeszow,Polonia, novembre 2019. La donna si chiama Ewa e ha perso un figlio. La bambola, che tiene stretta a sé, colma il vuoto che è stato lasciato dalla perdita di quest’ultimo.
Fila in alto, da sinistra a destra.
- Olesnica, Polonia. Una nuova bambola viene dipinta da Basia.
- Sianożęty, Polonia. Katarzyna tiene in braccio una bambola e passeggia con i suoi quattro figli. La donna ha “adottato” la bambola rinata a seguito di un aborto. La bambola fa parte integrante della famiglia.
- Varsavia, Polonia. Un bambino stanco si trova nel passeggino della bambola rinata, mentre sta abbracciando quest’ultima.
Fila in basso, da sinistra a destra.
- Varsavia, Polonia 2015. Katarzyna è seduta su una panchina di un parco con la sua bambola, mentre i suoi figli stanno giocando.
- Gdansk, Polonia. Foto di “Lorcia”: foto di una bambola rinata in un album fotografico.
- Scatola di cartone, al cui interno si trovano una bambola rinata impacchettata, dei vestiti e un certificato di nascita. La scatola sta per essere inviata ai nuovi “genitori”.
Che cosa sono le bambole rinate/ reborn dolls?
Le bambole “rinate” sono apparse per la prima volta negli anni Novanta e dapprincipio erano acquistate da collezionisti. Esse sono delle opere uniche e iperrealistiche, realizzate interamente a mano e in modo accurato da alcuni artisti, noti come “reborners”.
Le bambole sono caratterizzate da pori, saliva, lacrime, vene, capelli, ciglia; quelle più raffinate sono in grado di riprodurre la respirazione, la suzione e il battito cardiaco propri di un bambino vero, grazie a specifici sistemi elettronici.
La maggior parte delle bambole rinate sono costruite in vinile, quelle più realistiche in silicone. Al tatto risultano morbide e profumano di “nuovo bambino”. Di frequente si introduce un magnete all’interno della loro bocca, affinchè esse possano trattenere il biberon e i ciucci.
Tecniche di realizzazione o di reborning
La tecnica per la realizzazione delle bambole rinate è stata concepita negli Stati Uniti al tramontare del secondo millennio, si è poi diffusa in Europa e al giorno d’oggi è in continuo sviluppo.
Esistono due modi per la creazione di tali oggetti: il Reborning Process e il Newborning Process.
Per quanto concerne il primo, si smantella una bambola da gioco fino a ottenere testa e arti neutri e puliti, adatti al reborning.
Il secondo processo, invece, si basa su un kit di arti e testa, già atto all’applicazione della tecnica.
Entrambi, la bambola o il kit, alla fine “rinasceranno”, diventando una nuova bambola, ovvero una reborn doll.
Focus: la creazione
Inizialmente si prepara il vinile o il silicone attraverso un lavaggio in acqua e sapone, al fine di eliminare tutte le impurità derivanti dalla manifattura. In seguito, si crea il colore naturale della “pelle”: numerosi livelli di colore, indelebili e atossici, vengono stesi sulla bambola. L’obiettivo è quello di creare un aspetto veritiero. Infatti, gli artisti cercano di riprodurre gli arrossamenti, caratteristici dei bimbi appena nati, le vene, i capillari e alcune possibili imperfezioni della pelle. Inoltre, per sottolineare l’effetto bagnato, si lucidano i punti umidi, quali la bocca, e le sbavature.
Successivamente, si passa all’attaccatura dei capelli, i quali sono incollati a uno a uno all’interno della testa, agli occhi e alle sopracciglia, le quali vengono dipinte.
Il peso della bambola deve essere il più realistico possibile, affinchè essa possa dare la sensazione di tenere tra le braccia un vero neonato. La bambola viene dotata, inoltre, di un corpo in stoffa articolato, appesantito con granuli di plastica e micro sfere di vetro e imbottito attraverso fibra sintetica.
Infine, si veste la bambola rinata con abitini da bebè, pannolini, scarpette ecc…
Accessori
Al momento dell’acquisto di una bambola rinata, non possono mancare i diversi accessori a lei dedicati.
L’offerta è molto ampia, ma la domanda verte principalmente su pannolini, vestitini al passo con la moda, biberon, che simula la discesa del latte nella bambola, scarpe per ogni stagione, inclusi i sandali, e passeggini per portare le bambole a spasso.
Dove e come procurarsi le bambole rinate?
Una volta realizzati i neonati reborn, essi sono disponibili all’adozione, ovvero alla vendita.
Possono essere acquistati online, tramiti siti, tra cui Amazon o Reborndollsshop, o alle fiere.
Al fine di simulare un’adozione vera e propria, vengono forniti certificati di “nascita” o “adozione” del “bambino”.
Qual è lo scopo delle reborn dolls?
Le bambole rinate sono state usate nella formazione pediatrica, affinchè gli studenti imparassero delle abilità pratiche per l’infanzia, nelle case di cura, cosa che ha aiutato a diminuire comportamenti distruttivi nelle persone con demenza, nei corsi preparto e in alcuni lavori di spettacolo, là dove non vi erano bambini veri.
I possessori di tali reborn dolls sono, per la maggior parte, dei collezionisti di bambole, ma anche persone che hanno subito la perdita di un neonato, un aborto spontaneo, non possono adottare dei figli o soffrono della sindrome del nido vuoto.
Quindi, al di là di semplice collezionismo, i neonati rinati hanno un fine terapeutico, in quanto migliorano le relazioni sociali, moderano aggressività, angoscia e agitazione e sono un incentivo a dei comportamenti positivi.
Perché Karolina Jonderko ha deciso proprio le bambole rinate come soggetti delle sue fotografie?
Avendo sperimentato lei stessa la perdita, gran parte dei suoi progetti si focalizza sulle conseguenze di quest’ultima. La fotografa intende porre l’attenzione sui problemi in cui incorrono le persone quando si trovano ad affrontare la perdita stessa.
“Babies awaken strong emotions in adults. We look after them with care and gentleness, we love them. Surprisingly, this is the case even if they are not real.
I wanted to find out why.” -Karolina Jonderko-
(“I bambini risvegliano forti emozioni negli adulti. Li curiamo con cura e dolcezza, li amiamo. Sorprendentemente, questo è il caso anche se non sono reali. Volevo scoprire perché.”)
Le bambole rinate, come detto in precedenza, sono terapeutiche. Viene dimostrato che fare le coccole a un bambino provoca un rilascio di ormoni, i quali danno benessere e conforto. Ogni donna, quindi, possiede un motivo del tutto unico per volere un tale bambino e, una volta posseduto, gli dona il proprio amore e il proprio affetto, come se fosse reale.
Le “madri” dei rinati, infatti, si prendono cura di queste bambole, cambiandole, acquistando loro nuovi vestiti, portandole a spasso. Tutto questo amore è ripagato dal fatto che questi “figli” tengono compagnia, creano un’atmosfera calmante e piena di gioia, cosa utile per affrontare i dolori e i dispiaceri derivanti da eventi traumatici, quali la perdita, la depressione, l’angoscia.