Creare e gestire startup è diventato un vero e proprio stile di vita, come sostiene Eric Ries, autore di “The Lean Startup”, uno dei primi a introdurre un nuovo concetto di startup, vista come “un’istituzione umana progettata per creare un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza”.
La definizione è molto sintetica ma si concentra su tre elementi fondamentali:
- ogni startup è un’istituzione umana perché è basata su un team di persone, che attraversa le fasi di vita tipiche di un gruppo (forming, storming, norming, performing) e che sopravvive nel tempo solo se i suoi membri guardano nella stessa direzione;
- il focus è sempre un prodotto/servizio nuovo, che cioè soddisfa una nicchia di bisogni lasciati scoperti o soddisfa meglio le necessità delle persone rispetto a chi già cerca di farlo;
- l’estrema incertezza dell’ambiente, dei finanziamenti e di numerosi altri fattori rende cruciale il dinamismo e la capacità di adattarsi agli stimoli del mercato e alle contingenze, creando un micromondo in costante vibrazione in grado di cavalcare l’onda del trend più innovativo e efficace.
Start up in Italia: pro e contro
Conviene fondare una startup innovativa in Italia o all’estero? Molti hanno un’idea in mente, sanno con chi partire, ma non da dove. Cerchiamo ora di capire i vantaggi e gli svantaggi che si incontrano creando un business nella nostra penisola.
I CONTRO
Secondo lo studio del report 2018 di Genome Startup, l’Italia non figura fra i primi venti paesi in cui il clima è più favorevole al sorgere di startup. Ciò è dovuto principalmente ai seguenti fattori:
- mancano i finanziatori delle imprese innovative. La relazione annuale di Bankitalia del 2018 dimostra che il 58% delle 9 mila startup italiane ha come unica fonte finanziaria le proprie risorse, il 25% utilizza credito bancario e solo l’11 % ha ricevuto finanziamenti da fondi di venture capital. L’Italia non è stata capace di sviluppare un ecosistema degli investimenti in innovazione commisurato al suo potenziale: di fronte al totale dei 19 miliardi investiti, infatti, il nostro paese conta circa 100 milioni di investimenti in startup innovative, lo 0,5%;
- la burocrazia e la pressione fiscale. In Italia il percorso per creare una startup è lungo e complesso, mentre per esempio nel Regno Unito una Limited Corporation si può aprire in qualche minuto senza nessuna lunga attesa, accedendo a questo sito;
- la dimensione. Solo 100 startup su circa 10000 hanno un fatturato di almeno 1 milione di euro.
I PRO
L’Italia è rimasta indietro sotto molto aspetti, sia tecnologici che economico-sociali, ma il governo sta capendo che la crescita del paese dovrà basarsi sempre più sulle startup innovative. Il nostro territorio inesplorato e fertile diventa quindi un potenziale trampolino di lancio per questo tipo di attività, come dimostrano gli interventi legislativi degli ultimi anni, volti a velocizzare le procedure burocratiche e a creare una cultura d’impresa diffusa, indizio di un processo di agevolazione che decollerà nei prossimi anni.
Tra i vantaggi di una startup innovativa italiana introdotti recentemente si annoverano:
- agevolazioni in sede di costituzione, come l’esenzione di imposta di bollo e segreteria per l’iscrizione al Registro delle Imprese (220€) e la possibilità di costituzione e modifiche statutarie online, senza notaio;
- incentivi alle assunzioni, agevolazioni fiscali per chi investe in startup innovative (30%) e incentivi al crowdfunding;
- la Banca Pubblica per gli Investimenti italiani sarà dotata di un fondo che verrà messo nelle condizioni di gestire una piccola frazione della ricchezza privata italiana.
Illustriamo ora una serie di startup italiane e straniere che hanno saputo tradurre il loro business plan in una strategia di successo.
Esempi di startup di successo in Italia
Satispay
La piattaforma di pagamenti mobile è più di una semplice app che consente agli utenti e ai commercianti di inviare e ricevere denaro grazie all’indipendenza dalle carte tradizionali. Semplifica la vita ed è una soluzione all-in-one: può essere anche utilizzata per gestire i risparmi con una funzione salvadanaio digitale.
Come raccontano i fondatori, la genialità può nascere anche da un episodio quotidiano: «Ricordo le scene con i colleghi quando si andava a mangiare fuori: tu mi devi un euro e io devo due euro a un altro, che a sua volta deve tre euro a qualcun altro. Una scomodità quotidiana. È lì che mi è venuta l’idea di fare qualcosa per rendere i pagamenti, anche quelli piccolissimi, più fluidi».
Velasca
Il marchio di calzature da uomo made in Italy è nato sul web ma oggi ha anche negozi in diverse città. I suoi fondatori hanno realizzato un brand di successo sfruttando il marketing digitale e il know how dell’artigianato marchigiano, per portare sul mercato scarpe di alta qualità a prezzi accessibili, grazie all’assenza di intermediari e altri costi di gestione.
Tannico
La più grande enoteca on line italiana. I clienti sono oltre 50mila e le bottiglie vendute oltre 500 mila all’anno. E’ leader nel mercato italiano: ogni 10 bottiglie vendute online, 3 sono consegnate da Tannico.
Esempi di startup successo all’estero
Robinhood
L’app che permette a tutti di investire senza commissioni. Ciò che la rende accattivante è la grande semplicità: pochi comandi eleganti ed essenziali (“compra”, “vendi”), le breaking news finanziarie, i migliori titoli del mercato.
Tik tok
Il social network cinese permette di creare brevi clip musicali di durata variabile ( fino a 60 secondi) ed aggiungere filtri ed effetti particolari ai video. Uno dei motivi del successo, soprattutto tra i più giovani? I video sono corti, divertenti e trendy, perfetti per le nuove generazioni, che bramano ardentemente il micro-entertainment per avere piccoli momenti di distrazione. Nel 2018 è stata la startup con valutazione più alta al mondo.
L’ e-mobility: Bird e Lime
Le due startup americane produttrici di monopattini elettrici stanno crescendo cavalcando l’onda delle recenti proteste per proteggere l’ambiente. Cinque anni fa avreste mai pensato di trovare 16.000 monopattini a Roma? Noi no.