Alberto Suarez, il noto calciatore uruguaiano ex del Barcellona, è finito al centro di uno scandalo per le modalità di svolgimento del suo esame per ottenere la cittadinanza italiana. L’esame era necessario per poter giocare alla Juventus, visto che si erano aperte le trattative per un suo possibile ingaggio. Il 17 settembre, dopo un regolare allenamento con il Barcellona, è atterrato a Perugia con un jet privato e, accolto da tifosi e giornalisti, si è recato presso l’Università per Stranieri di Perugia per sostenere l’esame. 12 minuti dopo sarebbe uscito dall’università avendo superato l’esame a pieni voti. I militari della Guardia di Finanza hanno iniziato le indagini, che sono ancora in corso, acquisendo documenti presso gli uffici dell’Università.
Tra gli indagati: il Rettore Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli, e il Direttore Generale dell’università, Simone Olivieri, ma non il calciatore, anche se la sua posizione non è certamente serena. E avrebbero ricevuto l’avviso di garanzia il rettore dell’università, Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri, l’esaminatore Lorenzo Rocca, Stefania Spina, la professoressa incaricata di preparare Suarez per il test, e Cinzia Campagna, che aveva il compito di predisporre l’attestato di livello B1 per il centravanti uruguaiano.
Dalle intercettazioni, effettuate dalle fiamme gialle, emerge l’accoramento dell’esame di cui erano a conoscenza anche l’esaminatore Lorenzo Rocca e Stefania Spina, incaricata dell’organizzazione della sessione d’esame. La prima telefonata con il rettore della Statale, Maurizio Oliviero, arrivò però da parte del neo d.s. della società bianconera, Federico Cherubini; altre furono poi effettuate da Fabio Paratici, altro dirigente della Juve. I due potrebbero essere sentiti nei prossimi giorni sia dalla procura perugina che da quella della Figc. Nelle mani degli inquirenti, oltre alle intercettazioni telefoniche già pubblicate, ci sono i tabulati, i video delle riunioni via Teams dei docenti che avevano come obiettivo consegnare le domande e far imparare a memoria le risposte all’attaccante del Barcellona (ora passato all’Atletico Madrid) e il PDF, inviato al calciatore, dove erano state scritte tutte le domande da memorizzare.
Mancano all’appello le conversazioni via WhatsApp che non sono state recuperate. Il Corriere della Sera sarebbe intanto riuscito a ricostruire l’esame di Suarez. La prima domanda è stata: “Come ti chiami?”, questa la risposta: “Mi chiamo Luis Alberto Suarez Diaz e sono uruguaiano”. A seguire, a Suarez sono state mostrate le foto di un cocomero e un supermercato e lui li ha nominati con i termini giusti. Alla domanda su una città italiana ha risposto “Torino”; a quella su famiglia e professione ha ribattuto: “Faccio il calciatore e sono da 6 anni a Barcellona”. La procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ex capo dell’Anticorruzione, sta lavorando insieme al Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle per capire se la società bianconera abbia esercitato pressioni per facilitare l’esame del centravanti uruguaiano. Al momento però non ci sono prove in questa direzione, e non ci sono indagati né tra i vertici della Juventus né tra i componenti dello staff legale. Non si esclude, quindi, l’ipotesi che si sia trattato di un caso di sudditanza psicologica nei confronti del club torinese.