Le pagine dei giornali hanno dato grande risalto in questi giorni all’annuncio del Presidente del Consiglio di valutare un taglio dell’Iva temporaneo. Esaminiamo qui la proposta sotto una lente economica.
Come funziona l’IVA in Italia
Quando paghiamo un IPhone 1000€, il commerciante che ce l’ha venduto intasca 820€, mentre è tenuto a versare l’aliquota Iva, il 22% (180€) allo Stato. Diminuendo l’aliquota Iva, Conte intende ridurre il prezzo finale a cui verrà venduto l’IPhone (non di molto: un taglio dell’1% di Iva corrisponde a uno sconto sul nostro IPhone di 8€). Se i prezzi calano, aumentano i consumi, la produzione e l’occupazione.
Un taglio dell’IVA sarebbe davvero efficace?
Ma è efficace? Esistono quattro criticità.
- Il calo dei prezzi. Non è detto che il taglio dell’Iva si traduca in prezzi minori. Il commerciante potrebbe anche mantenere invariato il prezzo dell’IPhone e intascarsi lo sconto fiscale. In questo modo si annullerebbe l’aumento dei consumi, e il conseguente effetto su produzione e occupazione.
- La reazione dei consumatori. Anche ammesso che i prezzi calino, non si può stabilire a l’effetto sui consumi: questo dipenderà dalla specifica reazione della domanda per ogni prodotto/servizio. Insomma: l’elevato potere di mercato dei venditori e una bassa elasticità della domanda potrebbero mandare in fumo i piani di Conte.
- La temporaneità della misura. I consumi possono aumentare solo se aumenta la produzione, ma questa necessità di investimenti, e non è detto sia conveniente realizzare se lo stimolo fiscale dura troppo poco.
- Vincoli alla capacità produttiva dovuti al Covid. Ad esempio, molti bar e ristoranti operano solo su prenotazione e non riuscirebbero a soddisfare facilmente un aumento ipotetico di domanda. In questo caso è praticamente certo che i prezzi non diminuirebbero in maniera sensibile.
Il taglio dell’IVA è una proposta equa?
Ogni proposta fiscale va discussa sotto il profilo dell’equità. È facilmente intuibile che un taglio dell’Iva non sia particolarmente progressivo, perché beneficia tutti coloro che consumano, a prescindere dal loro reddito. Inoltre, in Italia il carico fiscale pesa soprattutto sui lavoratori dipendenti, ed è su questa categoria, che a nostro avviso, bisognerebbe concentrare le risorse.
Articolo scritto da Rugabella: se vuoi leggere altri articoli clicca qui.
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