Tirannicidio. Una parola che suona antica, con la sua origine greca, e che tuttavia è attualissima. Di tirannicidio si è infatti parlato nel posto più impensabile: lo studio televisivo di Massimo Giletti, a Non è l’arena.
Per chi fosse interessato alla versione integrale, lascio qua il link.
Gli altri ospiti in sala erano Telese, giornalista dalle posizioni politiche mai troppo chiare e molto varie, e Santanché, di cui sappiamo invece la dichiarata fede berlusconiana. A farla breve, l’ospite d’onore, Raimondo Etro, ex brigatista, ha dichiarato – facendo una citazione – “meglio avere le mani sporche di sangue, che averle sporche di acqua come Ponzio Pilato”. Tradotto: meglio prendere una posizione netta, compiendo omicidi politici, che lavarsi le mani come fece il noto personaggio del Vangelo.
Discorso ovviamente inaccettabile. Perlomeno, inaccettabile in uno studio televisivo. E soprattutto inaccettabile in uno studio televisivo come quello di Giletti, che fa del non prendere una posizione – per non dire lecchinaggio – il suo manifesto.
E invece arriva un brigatista che dichiara di approvare il tirannicidio. Apriti cielo. La Santanché minaccia di andarsene, Telese inizia a sbraitare. Giletti, visto che Etro non si scusa, lo caccia dallo studio. Fine del putiferio.
Pare che sia stato Giletti stesso a invitare Etro a dire cose così pesanti, per aumentare lo share. In ogni caso, mi chiedo cosa si aspettassero da un ex membro delle brigate rosse.
Ma perché il tirannicidio è così inaccettabile ai nostri giorni? Se ci pensiamo bene, le nostre democrazie sono arrivate sulla base del tirannicidio, con la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Russa, l’omicidio di Mussolini. E potrei fare una marea di esempi.
E allora perché oggi non si può più dichiarare che uccidere per ragioni politiche è valido? Una risposta possibile è: perché ora siamo in democrazia e ci sono altri mezzi. Vero, ma un ex brigatista risponderebbe che non è vero, che i membri dell’establishment sono i nuovi tiranni, che il capitalista sfruttatore è peggio di Dionigi di Siracusa, e via dicendo.
Allora la soglia da tracciare è un’altra: dove finisce il tirannicidio – lecito – e dove inizia l’omicidio per ragioni politiche illecito – ? Ci sarebbe da discuterne per ore, e non credo basti questo semplice pezzo.
Però su una cosa sono d’accordo col brigatista. Le mani sporche d’acqua sono la cosa peggiore. Subito dopo, però, quelle sporche di sangue innocente.