La protezione del presidente degli Stati Uniti è diventata argomento centrale quando abbiamo scoperto che Trump si era rifugiato in un bunker sotto la Casa Bianca. Ma come è tenuto al sicuro il presidente degli USA?
Le rivolte negli USA e il bunker di Trump
In questi giorni di insurrezione popolare ci arrivano numerose notizie dagli Stati Uniti. La rivolta, scaturita dall’omicidio di George Floyd per mano di un poliziotto di Minneapolis, si è propagata in numerose città. Arrivando poi a Washington D.C., la capitale degli Stati Uniti d’America. Lì numerosi manifestanti del movimento “Black Lives Matter” sono giunti fino alla Casa Bianca.
Molte città (tra cui Washington stessa) hanno indetto il coprifuoco in seguito all’inasprirsi delle ostilità. Come si può vedere dalle immagini, sono scene di vera e propria guerriglia urbana. In particolare, le fotografie di Washington D.C. mostrano edifici imbrattati da scritte. Emblematica è la scritta “The rich aren’t safe anymore” sull’entrata dell’Hotel “Oval Room”, indice di come l’insurrezione stia mutando accogliendo un ampio spettro di risentimento popolare. Non mancano le scene di saccheggi e di tafferugli. Tutto ciò accade in una città che gira simbolo del potere, la cui massima essenza è la Casa Bianca.
La White House, in questi giorni, è stranamente spenta, quasi a testimoniare i momenti bui che il Paese sta passando nelle ultime ore. Oltre a ciò, è notizia di qualche ora fa che il presidente Trump è stato condotto in un bunker sotterraneo, dove può essere tenuto al sicuro finché la situazione rimane critica. Non si sa esattamente dove si trovi, ma probabilmente è al di sotto della Casa Bianca.
Questa misura di sicurezza ci fa rendere conto più che mai del fatto che il sistema politico americano ha come fulcro la figura singola del presidente. Di conseguenza, è necessario che tale carica venga messa sotto stretta sorveglianza, per evitare danni alla sua incolumità. Un danno al Presidente è un danno all’intero sistema politico di un paese, e l’omicidio di Kennedy lo testimonia.
La domanda quindi sorge spontanea. Come si protegge il presidente degli USA?.
Tutti i sistemi di protezione del presidente degli USA
È molto difficile – per ovvie ragioni – scoprire le tecnologie e i protocolli di protezione dell’uomo più potente del mondo. Si sa, ad esempio, che l’utilizzo del bunker sotterraneo della Casa Bianca attualmente occupato da Trump avviene quando l’edificio si trova sotto minaccia. L’unico modo per scoprire il funzionamento di tali protocolli è vederli in atto, cosa che nessuno auspica ovviamente.
Il caso più eclatante è l’11 settembre. In seguito all’attentato alle Torri Gemelle, il più grande attentato che fino ad oggi hanno subito gli Stati Uniti d’America, l’allora presidente Bush ed il suo staff vennero accompagnati dai servizi segreti sull’Air Force One, l’aereo della U. S. Air Force deputato agli spostamenti del Presidente degli USA. Da quel momento l’Air Force One è stato scortato da un F-16 fino all’arrivo alla base aerea di Offut in Nebraska. In assenza di sicurezza a terra, quindi, il presidente rimase in aria. Poteva però rimanere in contatto con le altre autorità attraverso un collegamento telefonico con l’intelligence e il vicepresidente Dick Cheney. Quest’ultimo, in base al protocollo di sicurezza, fu accompagnato nello stesso bunker dove, secondo il New York Times, nella giornata di venerdì scorso è stato portato Donald Trump.
Durante una breve permanenza alla base di Offut, Bush ebbe una videoconferenza a distanza con l’ammiraglio Mies e il capo del suo staff. In seguito, il presidente fu fatto nuovamente salire sull’Air Force One, in attesa di poter atterrare a Washington. Una volta delineato quindi il protocollo di spostamento a terra del Presidente, l’Air Force One atterrò a Washington. Lì Bush giunse con la scorta alla Casa Bianca, dove tenne un discorso televisivo alla nazione.
Prevenzione dei rischi: scorta e intelligence negli USA
Quello dell’11 settembre è un esempio di un protocollo di emergenza. La maggior parte del lavoro di sicurezza del presidente avviene tuttavia sotto forma di “prevenzione”. Questo implica un ingente dispiegamento di uomini e di veicoli (tutti caratterizzati dall’identificativo “One”).
Il Presidente è protetto dal personale dell’USSS (United States Secret Service), il quale è costantemente in contatto sia con le forze di polizia locali che con i servizi di intelligence. Ogni spostamento del Presidente viene programmato in precedenza, il percorso è blindato e la death zone, cioè le zone intorno al passaggio del mezzo presidenziale, è costantemente perlustrata e tenuta sotto controllo. A protezione della macchina presidenziale c’è un corteo di veicoli dei servizi segreti. Oltre a ciò, il presidente degli USA dispone anche di un vero e proprio esercito. Ai tempi di Obama la figura presidenziale poteva disporre 2 Air Force One, 35 elicotteri, 12 auto e due autobus. Tutti questi mezzi di spostamento sono dotati di tecnologie estremamente avanzate e sono, ovviamente, blindati.
Qual è il costo, quindi, di questa protezione? Non si sa di preciso, anche se un articolo del Washington Post del 2017 ha affermato che i costi dipendono molto anche dallo stile di vita del presidente stesso. In tale articolo, difatti, si riportava che il presidente ci tiene spesso a spostarsi dalla Casa Bianca alla sua villa a Palm Beach in Florida, causando numerosi problemi logistici all’intelligence ed economici ai contribuenti.
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