Qualcuno di voi ricorderà il tragicomico contraddittorio tenutosi nell’aprile del 2018 tra il Senato Americano e Mark Zuckerberg, CEO di Facebook. A poca distanza dall’elezione di Donald Trump alla Presidenza USA, l’uomo alle spalle del più grande social network per numero di utenti nel mondo era stato chiamato a fare chiarezza sul caso Cambridge Analytica, con l’accusa di aver tacitamente consentito l’uso improprio dell’architettura dati di Facebook per permettere la diffusione di messaggi elettorali pro-Trump e anti-Clinton. Fu in quell’occasione che Mark ricordò al Senato quale sia l’ovvio business model dietro alla sua piattaforma. Alla domanda ‘come si sostiene un business che non chiede agli utenti di pagare per il servizio offerto?’ rispose con un incredulo e laconico: ‘we run ads‘ – vendiamo inserzioni pubblicitarie.
Ed è indubbiamente così: secondo i dati pubblicati dalla stessa Facebook, quest’ultima ha ottenuto più di $20 miliardi di guadagni pubblicitari solo nell’ultimo trimestre del 2019, culmine di un trend fino ad allora in forte crescita. Ma se ora le cose stessero cambiando? Sì sa, il social è la vetrina 2.0 e le aziende ne fanno ormai un uso esperto, purché sia una vetrina ‘integra’. Forse memore di eventi passati, più di qualche azienda ha storto il naso per come Zuckerberg & Co. abbiano scelto di trattare – a loro parere – senza il dovuto polso i contenuti a sfondo razziale comparsi in seguito alle vicende di #blacklivesmatter, nondimeno gli stessi messaggi del Presidente Trump, il cui rapporto col CEO di Facebook è molto discusso.
Dopo aver speso $95 milioni nel 2019, Starbucks ha sospeso le proprie inserzioni, dando il là ad un vero e proprio movimento: #boycottFacebook. Tante altre aziende hanno già aderito – tra cui Honda, Levi’s e Patagonia – e il titolo in borsa di Facebook è al ribasso. Zuckerberg ora corre ai ripari: venerdì sono state varate regole più stringenti per limitare la diffusione di post a sfondo razziale, ma il timore è che dopo le tante vetrine (inutilmente) rotte tra le strade d’America, si stia per rompere definitivamente anche la grande vetrina digitale.
Articolo scritto da Rugabella: se vuoi leggere altri loro articolo, clicca qui